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“Cred’ ïo ch’ei credette ch’io credesse”: la parabola del malaffare

Creato il 24 ottobre 2010 da Mdeconca

Berlusconi, Scaiola e FiniSe non si trattasse di cose serie, sembrerebbe una farsa dell’equivoco tipica della commedia classica o anche della peggiore ironia tragica.
Berlusconi si affida al “non ne sapevo nulla”, come prima di lui hanno fatto Scajola e Fini, alle spalle si legge un’astuta macchina della menzogna escogitata secondo uno schema tanto semplice quanto efficace: il cattivo è colto con le mani nel sacco e dichiara bellamente e sfacciatamente la sua innocenza.

Anzi, indignato dichiara che farà chiarezza. A questo punto, rassicurati gli animi del popolo che non può non apprezzare un gesto “così  onesto”, tutto cade nel dimenticatoio e si è pronti per la porcata successiva.
Leggere per credere!

Scajola non sapeva dell’appartamento:

«Se dovessi acclarare – ha promesso poi Scajola – che la mia abitazione fosse stata in parte pagata da altri senza saperne il motivo, il tornaconto e l’interesse, i miei legali eserciteranno le azioni necessarie per l’annullamento del contratto di compravendita».
(Vedi l’articolo su Il Corriere della Sera)

Lo stesso dicasi di Gianfranco Fini che si è detto estraneo ai fatti relativi alla compravendita dell’appartamento a Montecarlo, dichiarandosi inoltre disposto a dimettersi nel caso in cui ci fosse stata un’operazione illegale alle sue spalle:

Adesso è il turno di Berlusconi che dichiara a sua volta di non sapere nulla del Lodo Alfano, di non averlo voluto, di non volerlo!!!

Ma pensano che siamo tutti davvero così coglioni da mandarla giù senza nemmeno protestare? Probabilmente sì, ed infatti vanno avanti sulle nostre povere spalle.

“Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta …” (!?)


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