Magazine Attualità

Servizio Pubblico – Se il Minzolini gramsciano fa sorridere Cacciari e consegna “l’egemonia culturale” alla destra. E sul travaglico “conflitto di interessi” tra Berlusconi e il centrodestra.

Creato il 14 marzo 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
Image2di Rina Brundu. Puntata con tanti pezzi da novanta l’ultima del santoriano “Servizio Pubblico”(La7): il conduttore non si è fatto mancare davvero nulla, neppure la “qualità” dei tempi d’oro del talk-show politico. Così, in “un amabile” salotto riempito con tanti ospiti “belli” (vedi Augusto Minzolini (??), vedi Gianluigi Paragone, vedi Gianfranco Fini, vedi Marco Travaglio e in esterna Massimo Cacciari e Flavio Tosi), la discussione politica più nobile si è ripresa il centro della scena, come a dire che la classe non è acqua.

La prima “perla” degna di questo nome l’ha proposta proprio il forzista (evidentemente sdoganato dalla sinistra radical-chic) Minzolini, il quale usando “un termine gramsciano” (parole sue), ha ossimoricamente dichiarato che mercé il furto del programma politico che fu di Berlusconi da parte di Renzi, l’Italia vivrebbe un momento di “egemonia culturale” della destra. Immediato è comparso un sorriso da gatto del Cheshire sul volto barbuto del compassato filosofo Massimo Cacciari, per l’occasione ottimamente disposto (basti dire che dopo avere ascoltato quest’aulica “uscita” dell’ex direttore del TG1 non si è alzato indignato come usava in altri tempi, ma ha continuato a discutere piacevolmente interessato, alla stregua di un saggio capo indiano fum.. pardon, che ha appena futmato il calumet della pace).

Nel primo collegamento esterno Giuliano Ferrara comincia ad andarci pesante: dice che Renzi è un fenomeno (che abbia fumato anche lui?) e consegna il Berlusconi “fenomeno politico” alla Storia. Sostiene che Matteo Salvini stia cercando spazio gridando, non sarebbe un buon segno. Ma se per Ferrara Berlusconi è già tra i libri di scuola, per Paragone è semplicemente “inutile”: dove andrebbe il signore di Arcore con quel 10-12% che riuscirebbe ancora a raggranellare, adesso che il ceto medio, massacrato dalla crisi, non esisterebbe più?

Dal canto suo (in tutti i sensi), Cacciari annuisce e concorda; ritiene però che un’Italia governata da un enorme partito renziano sia inimmaginabile e predice che l’attuale “vuoto” a destra di Nostro Signore verrà riempito in qualche modo; il Veneto ex-democristiano aiuterà a comprendere meglio il futuro del paese e della destra moderata in particolare. Gli interventi di Fini sono molto corposi e politically-knowleadgeable ma vengono traditi da una voce stanca, annoiata. Se è vero che Berlusconi sarebbe nei libri di storia, anche per lui un qualche paragrafetto in-memoria (politica, s’intende!), potrebbe essere già stato scritto da qualche parte, o almeno così sembrerebbe e a voglia parlare di un’alternativa politica possibile che vada ad inserirsi tra “i due Mattei”.

Il conflitto di interessi tra Berlusconi e gli elettori del centrodestra è invece l’ultima trovata mediatica travaglica: insomma, nonostante l’assoluzione Berlusconi non potrà tornare ad essere l’uomo che era, non avrebbe alcuna possibilità di vincere a destra, ma avrebbe ancora tanto potere da impedire anche ai suoi avversari di schieramento di farlo.  Domanda: anche al Verdini infiltrato renziano in Forza Italia che si affanna per garantire il Premier (contro la revanche bersaniana, per esempio) fino al 2018? Vero è che poi Marco si è rifatto da par suo con un quadro-biografico da ricordare del Salvini politico-furbetto-poco-coerente di lunga data, ospite fisso RAI e giovanissimo concorrente di Doppio-Slalom.

L’ospite Flavio Tosi, fresco di cacciata dalla Lega, è invece un personaggio pacato, credibile, ruspante, saggio a suo modo. Racconta senza difficoltà la personale sofferenza procuratagli dall’umiliazione dell’uscita dal Partito dove ha militato per 25 anni e dove ancora fanno politica gli amici, ma si dice anche disposto a combattere. A combattere soprattutto questa nuova Lega salviniana autoritaria, spostata a destra (secondo Tosi nel Veneto ancora fondamentalmente democristiano si può vincere solo alleandosi col centro-destra), nazionalista e che, alla maniera dello Tsipras greco, spara balle spaziali  durante la campagna elettorale, come quella dell’uscita dall’Euro, ma dopo la vittoria corre a fare atto di sottomissione a Bruxelles.

Il resto è troppa carne sul fuoco. Insinua il dubbio che la puntata sia stata anche una sorta di Parata di Tromboni condita con diverse “perle” minzoliniane (il moderato ormai è un incazzato!), e con in chiusura il solito appello santoriano (or sort-of) alla RAI affinché riapra le porte al Luttazzi esiliato: ma per dirla con Aldo Grasso, perché la RAI? Perché non lo invita direttamente lui in quello stesso studio? Ah, saperlo!

———

Il video You-Tube sul giovanissimo Salvini concorrente di Doppio-Slalom.

Featured image, screenshot da Servizio Pubblico online.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :