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Credit crunch banche, accelera riduzione prestiti a famiglie e imprese

Da Mrinvest

Novembre registra un’accelerazione del credit crunch banche, mentre sono ai massimi storici i titoli di Stato detenuti dalle banche italiane.

Credit crunch banche, accelera riduzione prestiti a famiglie e impreseLa ripresa del mercato del credito sembra allontanarsi, anziché arrivare. Il credit crunch banche (stretta del credito, cioè la riduzione dei prestiti erogati al settore privato) accelera a novembre 2013, stando ai dati forniti dalla Banca d’Italia.
In particolare, gli impieghi verso famiglie e imprese si sono contratti del 4,3% su base annua, in accelerazione dal -3,7% di ottobre. Se le famiglie hanno ricevuto prestiti per l’1,5% in meno rispetto allo stesso mese del 2012 (-1,3% ad ottobre), le imprese hanno subito un

significativo calo del 6% dal -4,9% di ottobre. Si tratta della riduzione maggiore dal 2001, anno di inizio delle rilevazioni.

Le sofferenze sono la causa del credit crunch banche.

Le sofferenze bancarie, che pesano complessivamente per oltre 140 miliardi di euro, sono scese lievemente al 22,8% dal 22,9% di ottobre, ma si attestano sempre ai massimi dal 1999. E’ proprio per l’alto volume delle sofferenze che il Centro Studi di Confindustria prevede una situazione perdurante del credit crunch banche anche per l’anno in corso.

Record di titoli di Stato detenuti dalle banche.

Lo stato di crisi recessiva lo si denota anche in un altro dato correlato, sempre diffuso dalla Banca d’Italia: a novembre si è registrato il record assoluto di 402,9 miliardi di titoli di Stato italiani detenuti dalle banche del nostro Paese. In particolare, risultano in pancia agli istituti 37 miliardi di BoT, 62 di CcT, 44 di CTz e 248 miliardi di BTp.

Rispetto ad ottobre, quando i titoli in possesso delle banche italiane ammontavano a 399,5 miliardi di euro, vi è stato un aumento di quasi 3,5 miliardi. Il trend è preoccupante, perché segnala che le banche continuano ad impiegare liquidità in titoli di Stato e non negli impieghi produttivi del settore privato, proprio a causa delle elevate sofferenze. Ed è proprio questa situazione che sta allontanando la ripresa, aggravando lo stato di mancanza di liquidità di numerose imprese italiane e i disagi delle famiglie.

Anche la BCE (Banca Centrale Europea) è piuttosto preoccupata per il legame eccessivo tra il debito sovrano ed i bilanci delle banche. In soli due anni gli istituti italiani hanno raddoppiato l’ammontare di titoli di Stato in loro possesso dai 200 agli oltre 400 miliardi di euro.


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