Accedere al credito al consumo richiede un percorso ben preciso. La prima cosa da fare, come per i mutui per la casa, è quella di comparare quante più offerte possibili, per poter selezionare in modo informato e consapevole quella che risponde alle proprie esigenze e che presenta i costi più bassi. Successivamente, una volta individuata l’offerta migliore, si procede alla presentazione della richiesta del prestito ad una banca o ad una società finanziaria.
Al momento della presentazione della richiesta di prestito, al cliente verranno chiesti dei documenti, di cui i principali sono la carta d’identità (o la patente di guida), il codice fiscale, ultima busta paga o cedolino pensione, modello Cud, dichiarazione dei redditi.
Sempre più spesso, inoltre, per evitare le truffe basate sui “furti d identità”, gli istituti che erogano il prestito si fanno
firmare dei moduli in cui il cliente autorizza la banca o la finanziaria a verificare la reale identità del cliente, tramite telefonate dirette al datore di lavoro o alla banca dove il cliente ha il conto corrente.
A questo punto inizia la seconda fase dei controlli, che riguarda la verifica dello “stato di salute finanziario” del cliente. Utilizzando dei grandi database, i cosiddetti Sistemi di informazioni creditizie (Sic*), dove sono registrate tutte le operazioni di finanziamento per prestiti, crediti e mutui (decine e decine di milioni di contratti con tutti i relativi dati), banche e finanziarie controllano tutta una serie di informazioni sul cliente. I controlli sul cliente riguardano quanto è il livello dei prestiti in corso rispetto al reddito dichiarato, ma soprattutto se il cliente in passato ha avuto o meno problemi di rimborso, con rate non pagate, protesti e pignoramenti. In sostanza, gli erogatori si tutelano dai rischi che il cliente non rimborsi il prestito e lo fanno verificando la sua solvibilità e affidabilità.
Il problema è quello di realizzare un equilibrio tra la necessità del sistema finanziario di verificare il merito del credito del cliente ed il rispetto della riservatezza dei clienti. Lo sanno bene i milioni di italiani “protestati” che quando si chiudono i rubinetti del credito, la tentazione di ricorrere al canale dell’usura è altissima. Così molti cittadini, artigiani, piccoli imprenditori cadono nelle mani della malavita. E le cronache riportano poi storie drammatiche.
*I Sistemi di informazioni creditizie (Sic), dette anche “centrali dei rischi”, sono grandi database finanziari gestiti da società private, nei quali le banche riversano tutte le informazioni su prestiti, finanziamenti, mutui e crediti di importo inferiore a 30.987,41 euro. Queste informazioni vengono elaborate e ritrasmesse alle banche per verificare la solvibilità dei clienti e i loro comportamenti del passato, oltre che il livello complessivo del loro indebitamento.
L’Autorità garante per la riservatezza delle informazioni personali (Garante della Privacy) nel 2005 ha emanato un Codice di comportamento a cui questa aziende devono attenersi nel trattamento, conservazione e cancellazione delle informazioni relative ai clienti.