Nel complesso, il mio parere in merito all’ipotesi di massima di trasformazione urbana del complesso ex Stalloni – elaborata grazie a un confronto produttivo tra Comune di Crema e Regione Lombardia – è sostanzialmente positivo, rispetto alle funzioni previste e al ruolo di cerniera e integrazione fra il Centro Storico e il quartiere di Crema Nuova; un ruolo a più riprese indicato anche da pronunciamenti in seno al precedente Consiglio Comunale e contenuto in diversi programmi elettorali, senz’altro nel mio.
Reputo, in particolare, apprezzabili: la fluenza delle due piazze comunali previste; l’unitarietà di funzione dell’ex complesso monastico e il suo recupero mediante restauro; la disponibilità di alcune edificazioni a funzioni miste di servizio (commerciali, direzionali, turistiche, negozi di vicinato, ecc.); la presenza del CRE; la salvaguardia del pregevole verde esistente; i servizi di parcheggio.
Tuttavia, segnalalo le seguenti attenzioni che non emergono nell’ipotesi di riferimento:
1) – pur essendo evidenziato il tracciato delle mura, non risulta da nessuna parte la loro emersione, in attuazione delle previsioni illustrate nel Progetto Generale di Recupero e Restauro delle mura veneziane inserito nel P.G.T. approvato dal precedente Consiglio Comunale, quindi vigente. E’ importante la presente occasione, perché potrebbe rappresentare l’inizio di quel processo di recupero e valorizzazione della monumentalità difensiva (alla quale i cremaschi sono molto legati) inserita in una visione globale e attenta ai vari contesti urbani; in particolare sarebbe una eccellente soluzione storico-ambientale e di decoro urbano la riapertura del vallo lungo la via Mercato (come per il Campo di Marte) e la piantumazione retrostante, a testimonianza virtuale delle mura e della Passeggiata dei Bastioni (facendo attenzione alle percorrenze e accessibilità). Il terreno così mosso potrebbe essere efficacemente utilizzato per percorsi di maneggio del CRE, facilitare la riemersione del tratto di mura col Torrion Paradiso e consentire, sotterraneamente, ancora parcheggi interrati senza diminuire il soprastante verde.
2) – sarebbe opportuno unificare il CRE, anche nella utilizzazione degli spazi esterni, interferendo il meno possibile con le altre funzioni previste e con i recuperi storico-archeologici;
3) – eviterei di realizzare parcheggi a raso, per non avere asfaltature o pavimentazioni di tipo industriale anche filtranti: meglio parcheggi interrati che assicurano il rispetto del verde e facilitano l’emersione della storicità dei luoghi;
4) – manterrei assolutamente il Museo della Carrozza e le sue pregiatissime raccolte e dotazioni, ivi compresi gli archivi del Deposito Stalloni, da non disperdere;
5) – cercherei di non privatizzare troppo, per non avere eccessive interferenze fra pubblico e privato; quantomeno regolamenterei la presenza di quest’ultimo con efficacia;
6) – verificherei i principi ispiratori dell’intervento urbano nella sua fase di progettazione esecutiva: è doveroso non sottrarsi agli impegni culturali di un esemplare restauro con recupero di una tipologia monastica e dei suoi spazi storicamente competenti e fortunatamente giunti sino a noi.
Antonio Agazzi
Capo Gruppo di Servire il cittadino in Comune a Crema
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