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Cremasco ridotto a terra di conquista e serbatoio di voti

Creato il 06 febbraio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

La seguente interpretazione non ha nulla a che vedere con la lettera testé diffusa dal sindaco di Crema, anche perché smentirebbe sanza timore alcuno.
Il fatto è che il Cremasco è frustrato e umiliato. Appaiono in campagna elettorale il cremonese Pizzetti, deputato uscente e senatore entrante, e persino la casalasca Ivana Cavazzini, candidata alle regionali. Il Pd inoltre un seggio parlamentare a Sel dovrebbe sganciarlo: Franco Bordo, cremasco, non è forse un politico serio e capace?
Pizzetti è stato bersagliato da tutte le forze politiche e sociali cremasche per non aver combattuto, diciamo così, il taglio del tribunale di Crema promesso dal governo Monti. L’accusa, più che “non aver combattuto” era di esser favorevole, comunque di non rappresentare il Cremasco.
In più ci si mette il giornale La Provincia, che invece di rappresentare la provincia ha chiesto le dimissioni di Titta Magnoli, segretario provinciale del Pd e grande promotore del modello cremasco, con Sel e Rifondazione, che ora fa parte di Rivoluzione civile. Sì, resta la capolista alla Camera Cinzia Fontana, già sulle barricate, un anno, soffrendo non poco, per sostenere il governo Monti al Senato. Ma Fontana ora è capolista alla Camera bassa. Lassù, nella Camera alta, accederà Pizzetti il realista. In Senato il centrosinistra oggi non avrebbe la maggioranza e dovrebbe allearsi ancora con Monti. senato decisivo, quindi. Regione Lombardia decisiva, e Crema?
Impegno di Pizzetti, Cavazzini e stato maggiore Pd è salvare l’Oglio Po (a danno di chi? Quali tagli si faranno per tenere aperto l’Oglio Po in un Paese impazzito che chiude ospedali e fa pagare a peso d’oro la scuola?) e costruire la Cremona-Mantova, regionale autostrada per la quale non si trovano soldi da oltre dieci anni. E per il Cremasco?
Incredibile ma siamo arrivati al punto di prima, di sempre: la competizione campanilistica.
All’orizzonte poi la grave minaccia del Museo borghese del violino, che costerà euro di Dio e risucchierà chissà quante risorse, tutte a Cremona e nella rete dei musei. Mah. Non si volevano posti di lavoro fra l’altro pagati in modo equo per uscire dalla crisi? Non si sperava in un’imprenditoria sana e produttiva? Cacciato temporaneamente Magnoli, si ode stridor di denti.

Che sarà al Senato, nella maggioranza, nell’eventuale governo Monti-Bersani? Ecco un lancio Agi
Monti: Pd scelga noi o Sel
Bersani, Vendola non si tocca

15:27 06 FEB 2013

(AGI) – Roma, 6 feb. – Pier Luigi Bersani ha replicato duramente a Mario Monti che, per un’eventuale alleanza, gli aveva chiesto di riorganizzare il suo schieramento. “Il mio polo e’ il mio polo e che nessuno lo tocchi”, ha detto il segretario del Pd. “A partire da li’ sono pronto a discutere”, ha aggiunto. Monti aveva posto un aut aut a Bersani sottolineando che il leader del Pd “dovra’ fare delle scelte interne al suo polo” se vorra’ collaborarare, dopo il voto, con lo schieramento guidato dal Professore. E’ prematuro pensare, per il premier dimissionario Mario Monti a un ruolo da ministro in un governo guidato da qualcun altro dopo le elezioni.
“Da qui ad allora c’e’ circa un secolo. Sono temi prematuri”, aveva sottolineato Monti prima di visitare la cooperativa Ceod, che si occupa di disabilita’, a Padova. “Non c’e’ stato nessun accordo fra Bersani e me, fra nessuno e Scelta Civica: il tema delle alleanze – ribadisce il Professore – e’ prematuro, verra’ dopo il voto”. “Immagino che se Bersani e’ interessato, come ha dichiarato, a una collaborazione con le forze che rappresento – sottolina Monti – dovra’ fare delle scelte all’interno del suo polo”.
ELEZIONI: VENDOLA, CON MONTI DISTANZE SIDERALI
Sul tema dei diritti e sulla visione economica “ci sono distanze siderali con Monti, che e’ un classico conservatore europeo. Se c’e’ una distanza cosi’ forte come si puo” pensare di governare insieme?”, dice Nichi Vendola, intervenendo al forum on line della Stampa. Secondo Vendola il centrosinistra “ha il dovere di governare senza il partito delle elite” anche se “l’agenda di governo e’ una cosa, altro le possibili collaborazioni sulle riforme. Noi abbiamo il dovere di rispettare i nostri programmi e i nostri elettori.
Con Monti, che e’ il classico conservatore europeo, c’e’ una distanza forte sui temi del lavoro e dei diritti, mi chiedo come si possa governare insieme”. “Ci sono due terreni su cui camminare nella prossima legislatura: quello del governo che deve affrontare il dramma di un’Italia in declino e poi quello delle riforme dell’architettura dei poteri dello Stato”. Su quest’ultimo punto, ha ribadito Vendola, un dialogo con Monti e’ possibile. Il centrosinistra ha “il diritto di vincere senza essere messo sotto tutela dal professor Monti”, ha aggiunto Vendola.
“L’idea che Monti debba organizzare casa sua e quella degli altri e’ straordinaria – ha detto Vendola a ‘Un giorno da Pecora’ – vuole fare l’amministratore di condominio, governare il centrodestra senza Berlusconi e il centrosinistra senza Vendola”. “Io capisco che lui e’ un tecnico blasonato – ha aggiunto Vendola – ma la politica si puo’ fare anche in un confronto in cui i tecnici non debbano succhiare tutto e tutti come un’idrovora”. “Io mi batto contro la destra delle elite che ha nel dna la vocazione al comando.
Io non ho il rango e non sono blasonato – ha concluso il leader di Sel – ma dico che il centrosinistra ha diritto di vincere senza essere messo sotto tutela, dal professor Monti”. (AGI) .

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