Il sole nasconde il freddo, la nebbia nasconde l’orizzonte, la montagna nasconde tutto il mondo che c’è dalla parte opposta.
Nella brocca ho messo il fiore che mi è stato donato: una rosa dal colore pallido, una rosa senza spine.
Fuori è giorno di mercato ma non sento rumori, vedo il brulichio di gente ma non sento voci.
Bevo tè e siedo alla finestra, guardo fuori come dall’oblò di una nave che naviga piano.
È una rosa quasi bianca, una piccola macchia di rosso ha sporcato i petali che pur appaiono esangui.
Petali anemici e timidi. Impauriti o cauti? La traccia vaga di un dolore sordo e lontano, una paura remota che conserva memoria di sé .
Lo stelo però è forte e robusto, dritto, sicuro. È lo stelo che più attira la mia attenzione, sembra incrollabile a qualunque avversità e, come ho notato subito, non ha spine.
Ma allora che rosa è senza sangue e senza spine ?
Ho fatto un sogno. Un uomo vestito di rosso passione e gli occhi pieni di spine mi ha preso la mano, ha chiesto la mia.
Il sogno mi ha detto che è questo l’amore, sangue e spine, ed ora non so di chi sia la verità e di chi l’inganno.
Ho fatto un sogno ma forse è solo una malia ed io sarò più forte. O più stupida.
È un gioco d’azzardo: solo perdere tutto o vincere la posta più alta.
Scelte che dovrei fare e non faccio, guardo dall’oblò la montagna che nasconde tutto e non nasconde me alla vita.
Sulla mensola una rosa pallida e senza spine.
Io bevo tè, apparentemente indifferente a tutto. Forse no, non lo sono. Chi lo sa.
Batto le uova con lo zucchero, assaporo il profumo del rum: socchiudendo gli occhi lo aspiro.
Mandorle amare e cacao olandese, solo il ricordo di qualcosa di amaro perché il presente sembri ancor più dolce. Scaldo la panna, verso sulle uova.
Consistenza di velluto, si scioglie in bocca ed invade tutti sensi. Sorriso di caramello che tintinna nella luce del sole.
Sarà morbido e profondo come un abbraccio nel momento più dolce e chi è sperduto e confuso troverà la strada.
Il gatto ruba il fiore e mastica i rametti più piccoli. Poi vomita.
Io sono troppo cattiva per l’amore e quando gioco baro.
In questa casa ci sono solo soggetti inaffidabili e perfidi!
Crème bonet
Un po’ creme brulè e un po’ bonet, un dolce al cucchiaio che rapisce ed ammalia e, con poco sforzo, farà la sua bellissima figura come dessert, anche alla fine della cena più raffinata.
Se lo provate una volta non ne potrete fare più a meno….può essere, a pensarci, una discreta arma di conquista, caso mai l’amore………..
Ingredienti per 6/8 persone
Consiglio stampi monodose.
per la crema
6 tuorli
100g. di zucchero
100g. di amaretti ridotti in polvere
Un cucchiaio di cacao amaro
Un tappo di rum
½ litro di panna
Vaniglia q.b.
Per il caramello
100g di zucchero
50g di acqua
Scaldare la panna con la vaniglia. Battere un poco le uova con lo zucchero, senza montare, quindi versare a filo la panna calda mescolando energicamente con la frusta. Aggiungere gli amaretti sbriciolati, il cacao setacciato ed il rum.
Nel frattempo preparare il caramello. Versare il caramello sul fondo degli stampi e riempirli con la crema.
Cuocere a bagno maria a 150° per circa un’ora.
Sformare quando sono freddi o, per servirli tiepidi, farli prima freddare e poi lasciarli riprendere per pochi minuti in forno, a bassa temperatura.