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Cremona Ecologia, perché la proroga?

Creato il 25 dicembre 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Svolgo alcune ipotesi, nient’altro che ipotesi.
L’amministrazione provinciale ha presentato una serie di interessanti osservazioni sul progetto di discarica di rifiuti d’acciaieria a Grumello, dando una scadenza breve: 45 giorni. Pochi, come fosse facile rispondere a quelle osservazioni in poco tempo, fornendo tutti i documenti necessari. Dalla stessa amministrazione viene un no: no alla proposta del Comune di Grumello di costituire una commissione di controllo super partes. Tale commissione non sembra sia gradita al Gruppo Arvedi, che ha aumentato parecchio la produzione, quindi anche le scorie.
Maliziosamente, istintivamente: l’amministrazione stringe i tempi per arrivare alla conferenza dei servizi decisoria alla svelta, finché la Provincia esiste tale e quale, con funzioni e regole certe? Il malvagio e l’impuro possono congetturare una forzatura salinista, ma noi ci scuoteremo i sandali scandalizzati di fronte a cogitazioni così truci.
Cremona Ecologia non ce la fa a rispondere. Perché? Non era tutto così chiaro? Oppure Cremona ecologia ancora deve decidere come e quanto investire a Grumello? Sperava nell’intervento di Pizzighettone, che offrisse un’area di Tencara?
Si penserà all’incendio, al sequestro compiuto dal Noe, al difficile piano anti-rumori da consegnare entro il 31.
Il gruppo Arvedi è impegnato su molti fronti: a Servola ha più tempo. La Serracchiani, presidente di regione, si è precipitata a Roma nei giorni scorsi per salvare l’opportunità del subentro di Arvedi al gruppo Lucchini. Viste le condizioni di Servola, meglio Arvedi, che deve consegnare al Comune di Trieste un piano industriale, dopo l’ordinanza del Tar che stabilirà se l’industriale cremonese avrà o no il sostegno di una vecchia dote di contributi statali Cip6 in cerca di proprietario.
Che importanza ha Grumello in questa serie di incombenze? Grande. Il gruppo Arvedi sa di non poter sbagliare niente. Le scorie sono troppe, come le uova alla diossina nel resto della Lombardia. Formigoni, Nicoli Cristiani, Perri, Salini, il governo Monti, non ci sono più. Il confronto con la pubblica amministrazione forse salirà di qualità. E questo dipende anche dai cittadini.

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