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Cremona non può avere un assessore alle politiche ambientali

Creato il 21 agosto 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

Cremona non può permettersi un assessore alle politiche ambientali, come altre città e come lo stesso Stato italiano – agenzia di servizi al profitto privato, non dico alle imprese – non può concedersi il lusso di un ministero all’ambiente.

Che Alessia Manfredini abbia qualificazione e visione strategica non importa: non dipende da lei, bensì da ciò che il Comune può essere.

Le stesse politiche ambientali esistono solo perché la distruzione dell’ambientale possa avere una copertura, una strategia di marketing che copra la cattiva pubblicità delle notizie che passano dai comitati alla libera informazione.

L’intervista uscita ieri sul giornale in deficit di un 1,4 milioni di euro lo dimostra: l’assessore Alessia Manfredini parla di tutto tranne che di ambiente. Qualche accenno alla differenziata, tanta viabilità, parcheggi. Senza parcheggi non si fanno affari. Alla delega alle politiche ambientali ne sono state aggiunte altre che decapitano qualunque speranza di una politica rivoluzionaria, orientata all’inversione della tendenza alla distruzione del territorio. Ma quando mai il Pd e lo stesso Galimberti hanno mai assunto un atteggiamento deciso, controtendenza?

L’emergenza esiste: l’aria fa male, l’inquinamento fa emettere all’Organizzazione mondiale per la sanità comunicati terribile. E giochiamo con la ztl o l’isola pedonale e i rapporti tra Comune e Aem-Lgh e anche Padania Acque. Ci si scandalizza anche per delle strisce disegnate per terra in corso Garibaldi.

Un po’ di verde urbano, due o tre iniziative, qualche provvedimento sensato mentre il ministero dell’ambiente permette alle grandi aziende del gas di sfondare il territorio con stoccaggi speculativi e metanodotti enormi. Il premier Renzi non trova di meglio che inaugurare la Brebemi (19 transiti al minuto nei due sensi rispetto ai 200 della tangenziale di Brescia) mentre abbiamo il primato nazionale degli impianti di biogas e il consumo di suolo procede a una velocità incontenibile.

In un ambiente politico simile, non c’è opportunità di sopravvivenza per un assessore all’ambiente disciplinato all’interno del Pd. Ci vorrebbe un assessore “pazzo”, rivoluzionario, grintoso, deciso. In gioco c’è la qualità dell’aria e dell’acqua: in prospettiva si tratta di sopravvivenza della specie umana. Ormai il gioco non dipende più dalla politica, impegnata con grinta nello scempio dei diritti consolidati e del territorio.

L’uomo moderno, portatore di diritti,  è stato espulso dallo Stato.


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