Quando aspetti un bambino, molti ti suggeriscono di ascoltare musica, buona musica, cosicché anche il nascituro, immerso nel suo liquido amniotico, la senta e possa trarne benefici. Mia mamma riempiva la stanza con le note delle Quattro stagioni di Vivaldi e forse è per questo che io amo tanto Venezia; io a mia volta durante la prima gravidanza sentivo McCartney, in particolare Mamunia, e la mia piccola si rasserenava. Una volta nati, il rapporto speciale tra bambini e musica prosegue tanto che in molti asili nidi le attività delle giornata sono scandite dalla musica: per i momenti di gioco e attività creative di sottofondo ci sono canzoni allegre e ritmate, mentre per quelle di riposo la musica cambia e si scelgono ninna nanne o composizioni New Age. Le canzoni hanno anche una funzione didattica: facilitano l’apprendimento del linguaggio, perché spesso, accompagnate da gesti, aiutano il bambino non solo ad imparare una data parola, ma anche a memorizzarne il significato, tanto che questo metodo è usato non solo per insegnare la lingua madre, ma anche una seconda lingua.
A dirla tutta, il fatto che le canzoni possano essere un mezzo di apprendimento non siamo certo noi a scoprirlo. Sant’Ambrogio lo capì intelligentemente nel lontano IV secolo ed introdusse la messa cantata cosicché, grazie ai ritornelli e ai ritmi cadenzati, il messaggio altrimenti complesso del cristianesimo potesse essere appreso, anche solo mnemonicamente, da tutti. La tradizione ci ha lasciato i testi, scritti in un latino semplice e banale, che però hanno il potere di rimanerti in testa, anche quando non vuoi, come mi accade per le filastrocche delle mie bimbe: lo Sceriffo fo fo mi perseguita mentre cucino, faccio la doccia e persino nel dormiveglia.
Il legame tra il mondo dell’infanzia e la musica è talmente speciale che spesso spontaneamente i bimbi desiderano suonare degli strumenti e, anche se non diventeranno mai dei Mozart, è giusto lasciarli sperimentare ed esprimersi attraverso questi suoni, il più delle volte disarmonici tanto simili al baccano. Lo stesso vale per il canto: i bambini cantano senza inibizioni, senza paura di ed essere giudicati ed amano i film Disney proprio per le loro canzoni. Non c’è dubbio che da Biancaneve e i sette nani all’ultimo film Cenerentola la Disney sappia il fatto suo quando si tratta di colonne sonore: motivetti jazzati che ci rimangono incollati addosso nel tempo, come accade nella Carica dei 101 o gli Aristogatti, ritornelli con parole assurde che poi diventano familiari, come l’indimenticabile Supercalifragilistichespiralidoso, o l’Hakuna Matata di Timon e Pumba.
Le canzoni Disney sono quelle che noi tutti bimbi di ieri e di oggi abbiamo cantato in gruppo, insieme ai nostri amici, anche stonando, perché canzoni come Il mondo è mio di Aladin ci permettono di sognare ad occhi aperti e non solo, perché alcune contengono messaggi educativi fondamentali, come il Cerchio della Vita del film il Re Leone.
Le canzoni hanno quel potere di accompagnare i bambini nella loro crescita, di aiutarli ad esprimere le loro emozioni e nel caso di insegnare loro qualcosa, quando si identificano in un personaggio dei loro cartoni preferiti, come succedeva a me con la Bella e la Bestia o ora a mia figlia, quando ascolta la canzone di Elsa in Frozen.
Sono certa che la musica continuerà a conquistare i cuori e le menti dei nostri figli, ma anche di noi genitori, che subiamo il fascino di queste canzoni senza tempo. Senza tempo sarà anche la canzone Liberi, interpretata da Arisa, per il film Cenerentola, che poi è la versione italiana della canzone Strong scritta per il film tra gli altri anche dal regista Kenneth Branagh.
Il messaggio contenuto nella canzone “aver fiducia in se stessi”,”credi in te stesso” è fondamentale da insegnare ai nostri piccoli uomini e donne del domani, che spesso trovano nella musica un modo per superare le loro insicurezze. Nella mia intervista ad Arisa, che ho incontrato proprio per parlare della sua recente collaborazione con la Walt Disney, ho avuto modo di chiederle di come lei ricordasse da bambina il suo rapporto con la musica. Arisa così mi ha raccontato di come tutti i giovedì non ci fosse per nessuno perché non poteva perdere il cartone Disney trasmesso in televisione. Era incantata dalle musiche e così sognava il lieto fine. Ora, da adulta, coglie anche la valenza educativa di quei film e delle loro colonne sonore. Le canzoni arrivano al cuore e alla mente ed è importante trasmettere valori positivi e farlo al meglio. Per Arisa cantare Liberi è un dono per i figli che un giorno avrà, perché vuole fare il meglio per lasciarlo in dono un domani: così mi dice che le storie con valori forti vanno raccontate e che bisogna educare le bimbe di oggi, donne di domani, a sognare. “Apri il tua cuore alla vita e sorprenditi sempre”: questo è il ritornello della canzone di Cenerentola e speriamo che i nostri figli sappiano scoprirne il senso profondo e che magari anche noi mamme, cantandola con i nostri piccoli, ne rimaniamo influenzate.
La musica forse non ha il potere di convertire le genti, ma sicuramente certe canzoni hanno la forza di rendere noi e i nostri bimbi più sognatori, più sicuri, insomma più liberi.