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Crescere giocando: gli stadi del gioco nella crescita

Creato il 19 aprile 2011 da Stud
Crescere giocando: gli stadi del gioco nella crescitaL’importanza del gioco rimane sempre immutata, cambiando
però la forma: i giochi vanno evolvendosi, diventando sempre più tecnologici e
includendo i giochi in flash al
computer e il gioco solitario, che se dosato con consapevolezza può aiutare i
bambini nello sviluppo delle loro capacità logiche.I giochi per bambini
online possono rappresentare un piccolo aiuto per i genitori: gratis e
sempre a disposizione, possono impegnare i bimbi per qualche minuto con
un’attività che, se controllata, può rivelarsi anche educativa. Giochi semplici
e tradizionali come i giochi super mario, ad esempio, aiutano a coordinare
vista e movimenti, sviluppando i riflessi e le capacità di legare reazioni alle
cause corrispondenti.Poi ci sono i giochi stagionali, come i giochi di Natale,
i cui protagonisti sono gli idoli di tutti i bambini, da Babbo Natale alle
renne e gli elfi, oppure i giochi di tutto l’anno, come i classici e sempre
amati giochi di sport, pensati per gli
amanti del movimento che non si vogliono fermare nemmeno a casa. Insomma,
quello dei giochi online è un universo nel quale si possono trovare giochi per
bambini, anche se in effetti possono giocarci i bambini di tutte le età: grandi
o piccoli, tutti giochiamo. In generale, il gioco è un’attività che prende forme diverse
a seconda delle varie età, assecondando i diversi stadi che si attraversano: si
comincia con il gioco solitario, che nei primi mesi di vita aiuta il bambino a
prendere coscienza del proprio corpo. Verso i due anni i bimbi iniziano ad
interagire tra di loro, ma le azioni sono più un aiuto reciproco che una vera e
propria interazione, quindi il gioco dei bambini più piccoli rimane ancora
essenzialmente solitario.
Verso i 4-5 anni, in coincidenza con l’inizio dell’età
scolare, i bambini scoprono il gioco sociale: solo allora iniziano veramente ad
interagire con gli altri bambini – anche se può capitare anche prima dell’età
scolare, soprattutto se ci sono fratellini o sorelline in casa.
A quel punto, arrivati alla fase del gioco sociale, si
iniziano ad instaurare rapporti con gli altri bambini, a inventare nuovi giochi
che si fanno per il puro piacere di farli: lo scopo del gioco infatti è proprio
il piacere. Si pensi, ad esempio, alle bambine che fingono di fare le faccende
di casa: se dovessero farle davvero, e quindi raggiungere un obiettivo, sicuramente
non accetterebbero con lo stesso entusiasmo. Il fatto di fare le faccende per
finta, e quindi senza dover raggiungere uno scopo reale, rende il gioco
divertente e piacevole.
Una volta entrati in possesso delle capacità di interazione
con gli altri necessarie per essere parte della società, il gioco non lascia il
suo ruolo: rimane fondamentale nella vita di tutti noi, bambini e adulti, e
rimane a rappresentare quei piccoli momenti liberi da qualsiasi responsabilità
e senza nessuno obiettivo reale se non il divertimento.

Informazioni sull'Autore

A cura di Lia Contesso
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Fonte: Article-Marketing.it

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