Quando Er Pupone é nato, da brava madre italiana che viveva in Spagna, mi son costretta a ricominciare a parlare italiano con lui. E all'inizio non é stato per niente facile, giá che per anni avevo solo e sempre parlato spagnolo, a parte nelle telefonate e nelle brevi visite in patria dove parlavo, o almeno cercavo, di parlare italiano. Ero cosí immersa nella mia nuova patria e in questa lingua che avevo imparato ad amare, che non mi ero mai posta il problema di continuare con l'italiano, tanto che lo parlavo come una straniera, con molte, direi moltissime lacune e dubbi grammaticali. Non che ora questi si siano estinti, ma diciamo che un miglioramento c'è stato!
Cosí che da maggio 2010 ho ricominciato a parlarlo, in territorio spagnolo, con uno spagnolo, e la cosa mi risultava difficile, quasi violenta, tanto che prima dicevo le cose in spagnolo e poi le ripetevo in italiano, finché, dopo vari mesi, son riuscita a parlare al Pupone solo in italiano, cercando peró in presenza della gente o comunque persone non italiane, di parlar spagnolo perché mi sembrava maleducato escluderle dalla conversazione.
Da aprile 2010, comunque in casa e fuori, grazie agli amici friulani, parlavo quasi sempre italiano, ritrovandomi a usare lo spagnolo solo con l'ex, e questo comunque significava usarlo quando si litigava. E son brava a litigar in spagnolo!
Ma il fatto é che son passata dall'usare lo spagnolo sempre, nei pensieri, nella vita quotidiana, a ben poco. E questo mi dispiace. Perché con quella lingua riesco ad esprimere situazioni e sentimenti che con l'italiano non riesco a render bene l'idea. Certamente mi capirá una persona che sta facendo la mia stessa esperienza, questa del bilinguismo o trilinguismo si rispecchia nella mente non solo per i contenti in cui si utilizzano determinate lingue, ma anche sui sentimenti che vengono interessati. L'inglese, ad esempio, é per me una lingua tecnica, lavorativa, non potrei mai parlare di una faccenda ordinaria o di un sentimento, cosa che invece lo esprimo perfettamente in spagnolo, perché in questi ultimi 7 anni questa lingua é stata la lingua dell'amore, del disamore, della quotidianeitá, di tutto ció che mi circondava, e l'italiano era relegato alla famiglia, ai riassunti di vita, alle cose forse piú banali.
Basti pensare che ora come ora, se devo parlare della macchina, di una revisione, di un pezzo, lo so fare in spagnolo, non so la parola italiana, e cosí succede con varie altre cose.
Detto questo, quando son tornata in Italia la situazione con Gabi si é ribaltata, ritrovandomi ad essere il suo unico legame con la Spagna e con la sua lingua, perché Gabi é spagnolo, perché in casa era la lingua principale, perché comunque questa lingua era la sua lingua quotidiana. Cosí che ora mentre tutti intorno parlano italiano, io devo continuare con lo spagnolo, e dopo mesi di inattivitá dati dal fatto che non lo utilizzavo molto, mi ritrovo a doverlo parlare, e non é facile, perché é come la situazione di quando é nato, io che faticavo a parlargli italiano perché lo trovavo anormale.
Poco a poco riprendo la lingua, pensando anche che stranamente la mente associa una lingua ad una persona, e quindi la mia mente sta riassociando Gabi con lo spagnolo, non piú l'italiano.
Ok, sulla lingua quindi ci siamo, anche se con gran sforzo. E mi chiedo che spagnolo parlerá mio figlio crescendo. Uno spagnolo con accento italiano? Vergognoso, diranno, se un giorno torneremo nella sua patria!
E comunque non é semplice, insomma, son italiana, per quanto brava io non saró mai in grado d'insegnarglielo come un madrelingua. Ma grazie ai dvd, alla musica e ai libri la situazione é sotto controllo. se mai un giorno suo padre s'interessasse a lui, Gabi sará in grado di conversarci, visto che il padre non si é mai interessato ad imparare l'italiano...
Ora peró viene il difficile...Anche parlando spagnolo con mio figlio, come posso io, italiana, farlo crescere come uno spagnolo? Come posso passargli certi valori, le tradizioni e la cultura di un paese che certamente amo, ma che non conosco a fondo, perché non ci son cresciuta, e perché certe cose per me non hanno lo stesso valore di chi ci vive.
Come il Natale e Los Reyes: ho sempre festeggiato il Natale, mentre per il mio ex era una festa senza senso, ma la stessa cosa succedeva a me per Los Reyes, quando invece lui gongolava di gioia e nostalgia.
Ecco, son queste le cose che io non riusciró mai a trasmettere a mio figlio. Anche volendo, anche cercando di fare del mio meglio, io son comunque italiana (anche se non me la sento molto addosso sta etichetta!!), e non riusciró mai a farlo sentire davvero uno spagnolo. La situazione sarebbe diversa se noi vivessimo in Spagna, dove io gli insegnerei la mia cultura in un contesto, per me, straniero, ma per lui no.
Ogni tanto ci penso, ma per quanto mi sforzi, só che non potró mai riuscire a farlo sentire uno spagnolo grazie a me. Posso insegnarli molte cose, ma non l'essenza della spagnolitá, non quel sentimento che ognuno di noi sente nascendo e crescendo nel proprio paese. Cosí che mi chiedo se in futuro Gabi si sentirá piú spagnolo, come scritto nel suo passaporto, o piú italiano?
Per ora la situazione di Gabi, linguisticamente parlando, é questa: capisce sia me, che gli parlo spagnolo, che l'italiano parlato dai miei e dai nostri conoscenti e amici. Dice Yaya per chiamare mia madre (Yaya significa nonna in spagnolo, é la parola usata in famiglia, oltre a abuela), e Nonno per mio padre, dando cosí prova di star usando le due lingue contemporaneamente. Vedremo i prossimi sviluppi.
D'altra parte ho anche cercato di chiamare il padre per farlo parlare con Gabi almeno al telefono, e fargli sentire oltre che la sua voce, anche la sua lingua, ma tale padre, dopo un minuto, ha detto che stava lavorando, questo il 1º settembre, e dopo tale data non ha piú richiamato. Ogni tanto scrive una frase in un'email, rispondendo a qualche mia domanda sugli alimenti che tarda a passare, e richiedendo qualche foto, niente di piú. Non commento oltre, se penso che non lo vede dall'inizio di agosto...ma vabbé, lui se lo perde....
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