E che il pareggio di bilancio, che abbiamo promesso all'europa, avverrà grazie ad una previsione di crescita del PIL che contrasta con quelle degli enti internazionali.
Una precisazione va fatta, in merito all'affermazione fatta "Ci battiamo ogni giorno per continuare a evitare il drammatico destino come quello della Grecia".
Quel ci, è riferito alla parte del paese che ora sta sopportando sulle proprie spalle il peso del salvataggio. I pensionati, i lavoratori dipendenti.
Per indorare un pò la pillola (anche perchè, sempre quest'anno e l'anno prossimo si prevedono altre perdite di posti di lavoro), nella conferenza stampa si è parlato di "crescita".
Questa parola magica dal significato oscuro.
Tanto per chiarire di cosa parlava, il ministro Passera ha illustrato con qualche slide di powerpoint le sue ideone
CE N'È abbastanza per spiegare l'aria infastidita con cui Bersani ha tenuto la sua conferenza stampa e in cui non ha certo fatto salti di gioia: “Passi positivi ma ancora molto deve essere fatto”. Un Bersani poco impressionato dalle numerose pagine di schemi, numeri e slides che il ministro Passera ha illustrato ai suoi azionisti politici, la scorsa notte, in un campionario di parole, immagini e impegni nei quali hanno fatto molta fatica a distinguere la sostanza dalla retorica.[Salvatore Cannavò su Il fatto]
Anche perché Corrado Passera è uno che si esprime così: “La Crescita si riattiva se tutti i “motori” della crescita funzionano adeguatamente e se tutti spingono nella stessa direzione”... E come si fa? Deve aver pensato il pragmatico Bersani. “Con dinamismo, competitività di sistema, competitività delle imprese”, la risposta del ministro dello Sviluppo. In realtà Passera ha presentato un mix di cose già fatte – Decreto Salva Italia, Liberalizzazioni, riforma del mercato del Lavoro – un po' di retorica di impresa - “miglioramento della bancabilità dei progetti”, project financing, - e un recupero di idee berlusconiane un po' meglio condite. Torna il “piano casa” e il “piano scuola” arricchiti però da 76 milioni per il patrimonio culturale tanto per non avallare l'idea tremontiana che “con la cultura non si mangia”. Scorre un'altra slide e passano l'Ace, la Sace e l'Ice – ma con cabina di regia di Mise e Mae – roba forte anche per Alfano. Bersani in conferenza stampa il sassolino dalle scarpe se l'è tolto: “Non dico crescita, che è parola grossa, ma un po' di soldi ai Comuni per creare lavoro si potrebbero dare”.
Antani, con tanto di scappellamento a destra ....
A proposito di caccia all'evasore , nel DDL sulla delega fiscale sta passando la depenalizzazione del reato di elusione fiscale. Un altro regalo alle banche (o forse siamo noi i soliti sospettosi):
Confrontiamo tre dichiarazioni di ieri. Mario Monti: “Evasione ed elusione fiscale hanno raggiunto livelli inaccettabili”. Il comandante della Guardia di Finanza, Nino Di Paolo: “Continueremo la nostra lotta sistematica e decisa all’evasione e all’elusione, in tutte le loro manifestazioni”. L’ex ministro Vincenzo Visco: “Non mi convince per niente quella parte della delega fiscale che di fatto introduce la depenalizzazione dell’elusione, una misura assolutamente discutibile”.
Un regalino che nasce dalla sentenza della Cassazione sul rinvio a giudizio degli stilisti D & G:
per la Suprema Corte il giudice deve valutare caso per caso se l’elusione fiscale non sia alla fine una sorta di “dichiarazione infedele” e come tale vada punita anche penalmente (i conti col fisco vanno fatti in ogni caso). Apriti cielo, terrore tra commercialisti e imprenditori e, di conseguenza, in Parlamento.
PROPRIO A MARZO, infatti, uno strano trio di deputati presenta un emendamento al dl Semplificazioni per depenalizzare l’elusione fiscale: l’ex An Maurizio Leo, di professione fiscalista nonché pro-Rettore della Scuola superiore di economia del Tesoro; il berlusconiano Giorgio Jannone, commercialista e presidente di Pigna cartiere; il Pd di rito democristiano Ivano Strizzolo, bancario friulano. “Se non de-penalizziamo, dopo la sentenza su D&G nessuno investirà più in Italia”, è il loro mantra. [Marco Palombi su Il Fatto]-