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Cresciuti a pane e robot

Da Mriitan @MassiRiitano

Cresciuti a pane e robotDevo espletare una visita domiciliare ad uno sfortunato ragazzo nato negli anni ’80 che a seguito di un incidente motociclistico dall’età di 20 anni è costretto sulla sedia a rotelle, o peggio, a letto.

Mi infilo del portone di un vecchio palazzo del centro storico e raggiungo l’abitazione dove vive con i genitori.

Superata la porta d’ingresso vengo letteralmente folgorato da uno scintillio di armature metalliche.

Il salone è completamente occupato da vetrine da esposizione ricolme di decine (o forse un centinaio) di riproduzioni assai dettagliate in plastica e metallo, rigorosamente provenienti dal Giappone, dei cavalieri dello zodiaco o “Saint Seiya” come, poi, mi dirà.

Da sempre sono i suoi personaggi preferiti e, così, ha deciso di collezionare queste action figures.

Ce ne sono di diverse edizioni e possiede anche alcune rarità a tiratura limitata o dalla colorazione particolare.

Un pezzo molto più grande, che campeggia al centro di una delle vetrine, coglie però la mia attenzione, non è un cavaliere bensì uno dei più amati robottoni dei cartoni anni ’70-’80, il Daitarn III.

Mi spiega che è l’unico modello dei “Chogokin” che ha deciso di collezionare perché da piccolo era molto affezionato a questo personaggio.

Avvicinandomi alla vetrina già a colpo d’occhio scorgo che il robot è davvero ben fatto, con tanto metallo e numerosi accessori in plastica.

Con mia grande sorpresa mi viene illustrato che è possibile addirittura trasformarlo in carrarmato ed in nave spaziale, così come accadeva negli episodi del cartone animato.

Termino la visita e ritornato a casa mi fiondo sul web per cercare informazioni sul mondo dei Chogokin.

Si schiudono le porte di un mondo nuovo: fiere, siti di vendita on line (italiani, francesi, giapponesi, americani), negozi tradizionali, forum, appassionati che pubblicano le foto delle proprie collezioni, recensioni filmate su youtube.

Ci sono modelli storici, come Goldrake, Mazinga, Gaiking, Jet Robot, solo per citarne alcuni, sia nella versione classica, fedele ai cartoni animati che seguivo da bambino, sia in versioni particolari.

Le case produttrici dei modelli sono diverse ma i prodotti migliori (per qualità) sono quelli della “Bandai”.

Per alcuni modelli (ad es., per il noto Jeeg Robot), tuttavia, per una questione di licenze bisogna gioco forza “accontentarsi” di altre aziende produttrici (ad es., per il Jeeg la “CM’s”) che non sempre offrono prodotti all’altezza del loro costo.

Il prezzo resta, purtroppo, una nota dolente per chi vuole cimentarsi in queste collezioni, trattandosi di prodotti giapponesi in metallo che risentono delle tasse doganali oltre che del cambio.

Per i modelli più semplici (e piccoli) si spende intorno ai 50 euro o su di lì, per quelli complessi (grandi, trasformabili e ben accessoriati) ci si attesta mediamente sui 150-200 euro.

Ma si va anche oltre, fino ai 500 euro, se ci si accosta a modelli introvabili (perché usciti da tempo e non più ristampati) oppure a tiratura molto limitata.

Una collezione “seria” è, dunque, un lusso per pochi, anche perché di alcuni modelli vengono declinate diverse edizioni, “metal”, “black”, “gold”, ecc., che non possono sfuggire a chi decide di voler investire in questo mondo.

Se, invece, ci si limita a pochi pezzi, scegliendo, quelli che destano più emozioni o magari acquistando qualche buon usato senza badare all’integrità delle confezioni, una piccola collezione può diventare accessibile.

Ed ora i consigli per gli acquisti.

Trattandosi di prodotti giapponesi è più conveniente rifornirsi direttamente dal paese di provenienza (acquistando dal web), nonostante le spese di spedizione e quelle di dogana che, tuttavia, possono essere ridotte con qualche accorgimento (come ben spiegato sui forum).

I prodotti vanno, tuttavia, pagati interamente al momento dell’ordine e spesso anche i preordini, indipendentemente dall’uscita effettiva sul mercato.

Non è possibile, poi, acquistare in contrassegno.

Per le spedizioni internazionali generalmente si può scegliere tra tre o quattro metodi.

Il più rapido (arrivo in 2-3 giorni) è il corriere FedEx, ma il prezzo è elevato e la tassa doganale viene applicata di default.

Altri metodi sono: EMS (arrivo in 1 settimana), Air Mail (arrivo in 2 settimane) e SAL (3-4 settimane).

Il costo della spedizione è inversamente proporzionale al tempo di consegna.

Il SAL è il metodo più economico ma bisogna pazientare all’incirca un mese prima di venire in possesso del prodotto acquistato.

Una volta che questo è giunto in Italia la spedizione viene gestita da Poste Italiane e il pacco va ritirato entro 7 giorni dall’arrivo all’ufficio postale locale, pena la restituzione al mittente o la sua distruzione.

Si viene avvisati mediante cartolina nella buca delle lettere che, il più delle volte, il postino consegna solo qualche giorno dopo l’effettivo arrivo del pacco all’ufficio postale locale.

In sostanza, I giorni utili al ritiro del prodotto acquistato sono ridotti all’osso e se non si controlla quotidianamente la propria cassetta postale c’è il concreto rischio di far ritornare indietro la spedizione con aggravio di spese per poterla recuperare attraverso il rinvio.

Come si è detto, a meno di offerte, comprare materiale d’importazione direttamente in Italia costa di più che farlo direttamente dal paese di provenienza.

Non del tutto recentemente un importatore nostrano (Cosmic Group) permette l’acquisto di prodotti ad un prezzo assai competitivo.

I pezzi sono identici agli originali giapponesi, ma sulle confezioni viene chiaramente indicato che si tratta di un prodotto distribuito dall’importatore italiano.

Inutile negare che i collezionisti più incalliti preferiscono acquistare, pur se a prezzo più elevato, i pezzi distribuiti direttamente dal produttore giapponese.

Per gli acquisti ci si può innanzitutto rivolgere ai negozi tradizionali specializzati oppure alle fumetterie (a volte è possibile trovare buone offerte non lontano da casa) ma, generalmente, il catalogo è limitato e gli acquisti vanno effettuati su ordinazione.

Una buona risorsa è rappresentata dai negozi virtuali presenti sul web.

Attenti però alle speculazioni.

Per lo stesso prodotto vi sono notevoli variazioni di prezzo tra un negozio e l’altro e alcuni pezzi possono costare di più in uno e di meno nell’altro: è buona regola, pertanto, fare sempre un tour dei diversi siti e qualche controllo incrociato sul prezzo.

I rivenditori sopra citati spesso sono presenti con propri stand nelle fiere dedicate al mondo dei fumetti, mai prezzi praticati in fiera sono generalmente alti.

Altra risorsa d’acquisto sono i forum.

Iscrivendosi è possibile venire informati dei preordini delle uscite future e generalmente i prezzi sono buoni, vale, tuttavia, lo stesso discorso dei negozi tradizionali: catalogo limitato.

Altra preziosa risorsa, specie per acquistare prodotti usciti da tempo ormai difficilmente reperibili, è rappresentata da eBay.

Per la Baia valgono le solite raccomandazioni: non cercare solo su eBay Italia, comprare da chi ha molti feedback positivi, leggere bene la descrizione dell’oggetto (chiedendo eventualmente informazioni aggiuntive) e verificare il costo della spedizione.

Alcuni venditori, infatti, e ciò vale anche per i negozi on line, offrono apparentemente un prezzo più basso della media ma si rifanno abbondantemente con fantomatiche spese di spedizione aggiuntive.

Qualche nota sull’usato: se ci si rivolge ad un collezionista le condizioni del pezzo sono abitualmente molto buone (spesso il modello è stato semplicemente esposto in vetrina e la confezione con gli accessori ancora imballati si presenta immacolata); se, invece, qualche accessorio è mancante o deteriorato oppure se le condizioni della confezione originale non sono ottimali, contrattando, è possibile ottenere un prezzo d’occasione.

Al momento non posso dire altro se non augurare a tutti buona caccia e buoni acquisti.

Cresciuti a pane e robot

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