Dopo 32 ore di camera di consiglio il Gup di Milano Roberto Arnaldi è entrato nell’aula bunker di Via Ucelli di Nemi per leggere la sentenza nei confronti di 119 imputati, in relazione all’Operazione Infinito del 2010, nella quale si certificava l’infiltrazione dell’ N’drangheta nel tessuto sociale, economico ed istituzionale della Lombardia. Secondo le aspettative il giudice ha confermato l’impianto accusatorio portato dalla Dda di Milano cappeggiata da Ilda Bocassini. Le condanne sono state 110, da un massimo di 16 anni (Alessandro Manno, presunto capo della ‘localè di Pioltello, una delle 15 ‘localì individuate dagli inquirenti tra Milano e i comuni limitrofi) a un minimo di 1 anno e 4 mesi di reclusione.Cosimo Barranca, presunto boss della cosca di Milano, è stato condannato a 14 anni. Pasquale Zappia, eletto capo dei capi nella famosa riunione di Paderno Dugnano al centro “Falcone-Borsellino” si è sentito male dopo la lettura della sentenza a 12 anni . Cinque le assoluzioni tra cui l’ex assessore provinciale milanese Antonio Oliverio. Per i restanti quattro è stato decretato il non luogo a procedere: tre perchè erano stati giudicati precedentemente per il medesimo fatto. Un quarto per estinzione del reato per morte del reo. Per quanto riguarda la parte civile il Gup ha rinviato ad altra sede la quantificazione.
Alla lettura della sentenza dalle gabbie si sono alzate urla ed offese nei confronti del Gup e degli avvocati, finendo con un applauso finale.
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