
Origine: Usa
Anno: 2010/2011
Episodi: 24
La trama (con parole mie): la squadra di profiler guidata da Aaron Hotchner torna sugli schermi riprendendo le fila dal caso del Principe delle tenebre che aveva chiuso la stagione precedente, avviandosi ad una serie che vedrà una maggiore concentrazione di situazioni inusuali per la squadra - meno serial killer e psicopatici, più interventi legati a casi limite sociali o criminali, senza dimenticare lo spionaggio - e che vedrà l'abbandono della serie di ben due membri del team, causando non pochi squilibri nella già fragile tranquillità interiore dei suoi componenti.Starà allo stesso Hotchner, sempre più colonna portante, farsi carico di responsabilità che riguarderanno scelte importanti legate a doppio filo con la prossima stagione.

Nell'ambito del genere "morti ammazzati" tanto caro a Julez e storicamente visto con un occhio di riguardo in casa Ford, Criminal minds ha sempre avuto un posto d'onore, guadagnandosi affezione decisamente più della sua spocchiosa controparte di successo CSI, che ho sempre cordialmente detestato.
Nel corso delle stagioni di quella che, a conti fatti, è ormai una delle realtà da piccolo schermo più longeve del panorama Usa recente, si sono alternate ottime sequenze di episodi ad annate più blande: questa sesta stagione si colloca sicuramente nel secondo gruppo, pur presentando momenti chiave per il presente ed il futuro della squadra di profiler - l'abbandono di ben due dei protagonisti, uno per scelta, l'altro a seguito di una drammatica morte sul campo -, probabilmente a causa di una verve non sempre ispiratissima degli sceneggiatori, che ad alcuni episodi certamente efficaci - il killer di bambini nei boschi dell'episodio 9, o il "navigatore" del 23 in grado di rimandare al metodo di eliminazione dei corpi di Dexter - affiancano altri decisamente poco emozionanti, mentre l'intera sottotrama legata al passato di Prentiss nei servizi segreti ed il caso di Ian Doyle, sicuramente uno dei passaggi più importanti dell'annata, non arriva mai davvero a conquistare il cuore dello spettatore, o almeno non quanto ci si sarebbe aspettato sulla carta.
Eppure, a favore di Criminal minds va senz'altro sottolineato quanto, nonostante non tutti gli episodi e la stagione in generale siano stati da ricordare, la qualità del prodotto risulti sempre buona, e pur non costituendo, di fatto, una serie con velleità artistiche particolari, può senza troppi patemi essere considerata uno dei riferimenti più importanti del suo genere, ed una certezza per tutti gli appassionati che tornano ogni anno a seguire le gesta del nucleo di analisi comportamentale con rinnovata curiosità ed entusiasmo.
Ci si augura che, con la prossima stagione ed i cambiamenti che si prospettano per la squadra, vengano anche ripresi alcuni discorsi lasciati cadere nel corso di questa annata - i mal di testa di Reid ed i suoi complessi, il rapporto tra il nuovo acquisto Seaver ed il suo defunto padre, il nuovo doppio ruolo di Hotchner - che, se affiancati ad episodi più legati al mondo della follia e dei serial killer, potrebbero riportare la serie ai vertici raggiunti con le prime annate, stabilendo di fatto un nuovo standard che garantirebbe rinnovamento qualitativo e spettatori a rimpolpare le fila già nutrite del suddetto genere "morti ammazzati".
Certo in casa Ford saremmo i primi a gioire per una nuova annata più "oscura", in grado di far venire i brividi all'idea che l'orrore mostrato sarà pure figlio della fiction, ma come per i riferimenti spesso e volentieri utilizzati nel corso delle puntate, ha radici che affondano profondamente nella nostra vita di tutti i giorni, e dentro di noi, dove l'abisso che ricambia lo sguardo di chi ci si trova di fronte genera mostri ben peggiori di quanti potremo mai inventare.
MrFord
"Criminalcriminal
you god damn right
I'm a criminal
Yeah, I'm a criminal."Eminem - "Criminal" -