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Crimson Dragon – Recensione

Creato il 11 dicembre 2013 da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 11/12/2013

Cover Crimson Dragon

Xbox One Pegi 12 TESTATO SU
XONE

Genere: RailShooter

Sviluppatore:

Produttore:

Distributore: Microsoft

Lingua: Italiano

Giocatori: 1

Data di uscita: 22/11/2013

VISITA LA SCHEDA DI Crimson Dragon

Pro-1Rispettoso della saga a cui si ispira Contro-1Le microtransazioni sono il male

Pro-2Vera sfida ludica... Contro-2... Forse troppo, e forse non per reale necessità ludica

Pro-3Longevo Contro-3Tecnicamente sottotono

Progetto dalla gestazione alquanto travagliata questo Crimson Dragon, rivelato al Tokyo Games Show del 2011 con il provvisorio nome di Project Draco e ideato inizialmente come gioco “Kinect Only” per Xbox 360, dopo aver fatto perdere le sue tracce per un bel po’ di tempo è riapparso quasi inaspettatamente all’ E3 di quest’anno per la nuova ammiraglia di casa Microsoft con un (sia ringraziato il cielo…) sistema di controllo tramite Pad ben più congeniale e vicino alle meccaniche della saga di cui tale titolo è a tutti gli effetti il successore spirituale: Panzer Dragoon.

Per chi fosse un po’ troppo giovane ricordiamo che la saga di Panzer Dragoon ebbe inizio su Sega Saturn nel 1995 quando il Team Andromeda (di cui molti sviluppatori di questo Crimson Dragon, compreso il creatore stesso della saga Yukio Futatsugi, fanno parte) decise di sfruttare le innovative capacità tecniche del 32bit di casa Sega per creare un Rail Shooter che sapesse unire la mitologia fantasy a base di draghi con la fantascienza postapocalittica in voga negli anni 80-90.

La saga poi proseguì sullo stesso Saturn con altri due episodi: Panzer Dragoon Zwei che riprendeva in toto la formula rail shooter precedente migliorandola sotto ogni aspetto e Panzer Dragoon Saga che invece modificò totalmente le meccaniche di gioco abbracciando il GDR di stampo nipponico. Nonostante il valore ludico di tale trilogia sia tutt’oggi incommensurabile, purtroppo dato lo scarso successo commerciale (dovuto anche al fallimento commerciale del Saturn) il team Andromeda dopo l’uscita di Panzer Dragoon Saga venne sciolto e molti dei programmatori si unirono in un nuovo team sotto il nome di Smilebit che, quattro anni dopo, diede alla luce su piattaforma Xbox il monumentale Panzer Dragoon Orta, che pur riabbracciando le classiche meccaniche di sparatutto su binari dei primi due episodi forniva una trama articolata e profonda strizzando l’occhio al terzo capitolo della saga.

Purtroppo anche Panzer Dragoon Orta, nonostante sia ancora oggi uno dei titoli più impressionanti dell’intera generazione 128bit, fu un clamoroso insuccesso commerciale, ma nonostante ciò Futatsugi e soci ci riprovano oggi, pur non possedendo i diritti della saga originaria che ricordiamo sono tuttora di proprietà Sega, sulla nuova ammiraglia di casa Microsoft, sotto il nuovo nome di Grounding Inc. con questo sequel spirituale.

Il plot narrativo di Crimson Dragon è puro popcorn con la profondità narrativa di una sottiletta Kraft e ad altro non serve che a darci un pretesto per essere sbattuti in groppa a un drago a seminare distruzione a colpi di raggi plasmatici, però, seppur fragile e scontata, la trama fa il suo dovere e risulta a tratti anche piacevole da seguire: gli esseri umani, dopo aver devastato la terra, cercano fortuna in giro per il cosmo alla ricerca di un nuovo pianeta da colonizzare trovandolo in Draco, lussureggiante pianeta abitato da draghi (ma guarda un po…) e da altre millanta creature tutt’altro che amichevoli. I nostri futuri discendenti però riescono alla fine a stanziarsi nel pianeta e a colonizzarlo, nonostante le difficoltà nell’arco, di qualche secolo. La fauna altamente inospitale però non è l’unico problema per gli umani su Draco perché una epidemia li minaccia da molto tempo e nei secoli ne ha decimato la popolazione: la Scaglia Cremisi. Saremo noi ovviamente a dovervi porre rimedio impersonando una recluta della Divisione Icaro, squadrone di cavalieri volanti in grado di comunicare e stabilire un legame profondo con i draghi tanto da usarli come cavalcature e armi di distruzione.

Come detto in precedenza tutto ciò non servirà ad altro se non a darci il pretesto per salire in groppa al nostro drago e seminare distruzione su Draco e nonostante i nostri superiori a inizio missione ci assegneranno sempre obiettivi diversi non dovremo far altro che svolazzare in un percorso su binari e incenerire tutto quello che ci si parerà sullo schermo come da buona tradizione Rail shooter.

Crimson Dragoon (1)

DAMMI UNA DRAGHETTA CHE MI TAGLIO LE VENE…

Se come detto non è certo nella trama che si deve cercare il pregio di Crimson Dragon per ovvi motivi strutturali, il gameplay invece funziona benissimo seppur, come vedremo in seguito, possa essere indigesto ai più per un livello di difficoltà che sfocia nella pura barbarie. Crimson Dragon è un gioco anacronistico e come da tradizione della serie prevede pochi controlli ma reazioni assolutamente fulminee e riflessi prontissimi: stick sinistro per controllare il volo del drago all’interno del binario prefissato (qui la prima, e di fatto unica a livello di gameplay, differenza con l’originale Panzer Dragoon, che permetteva di controllare solo il mirino), stick destro per controllare il mirino dello sparo, un trigger per lo sparo, un trigger per il cambio arma e i due pulsanti dorsali per far compiere al nostro drago una rotazione a sinistra o destra (il famigerato “barrel roll” di Starfox tanto per capirsi) il tutto intervallato da sezioni (spesso boss battle) a “volo libero” in cui controlleremo il nostro drago liberamente all’interno di un’area predefinita (anche qui il rimando palese è Starfox 64).

Se come detto i comandi sono semplicistici per i canoni odierni, altrettanto anacronistica è la difficoltà di gioco che si presenta come puro masochismo ludico anche per gli sparatori più smaliziati: il fatto di dover controllare non solo il mirino ma anche i movimenti della nostra alata cavalcatura rendono estremamente più punitiva una struttura di gioco già di suo assolutamente intransigente e, soprattutto nelle prime ore di gioco, l’esperienza più che generare divertimento genererà imprecazioni variegate verso svariate anime pie di passaggio assicurandovi l’eterna cacciata dal paradiso per voi e per le vostre generazioni a venire.

Questa difficoltà che sfocia nella frustrazione farà di certo la felicità degli utenti “old style” (il sottoscritto può confermare) ma c’è sempre un retrogusto amaro di sospetto che sia stata vigliaccamente inserita solo per constringere l’utente medio ad affidarsi a un escamotage che purtroppo crediamo sarà fin troppo diffuso in questa nuova generazione di console: le microtransasioni.

Si, perché per avere la meglio su Crimson Dragon e la sua difficoltà folle l’unica via percorribile (se non abbassare la difficoltà a livello “casual” cosa che escludiamo a priori in un gioco di tale tipologia) è quella di potenziare ed acquistare nuove cavalcature e questo è possibile solo in due modi: tramite crediti di gioco e quindi continuando a subire le “barbarie” del gioco per molto tempo acquistando esperienza (verrebbe quasi da dire “grindando” se non fosse che questo è un termine ruolistico che poco avrebbe a che fare con uno sparatutto) o acquistando i potenziamenti (e i draghi) tramite esborso di denaro reale. Ovviamente la via più soddisfacente è quella dello “sfidare” la barbarie del gioco e godere del sacro calice della vittoria una volta che si è riusciti ad averne la meglio, ma questo prevede una interminabile serie di imprecazioni in preda alla frustrazione e qualche ettolitro di sangue sputato. Tutto questo è condivisibile e per certi versi anche apprezzabile in un’ottica “hardcore” ma purtroppo non riusciamo a toglierci il retrogusto amaro della profonda convinzione che tale evidente sbilanciamento sia stato inserito vigliaccamente per invogliare il cliente alle microtransazioni che non per una reale esigenza ludica, stratagemma che manco a dirlo ci sentiamo di condannare assolutamente.

Se l’utente però è disposto ad “affrontare” il gioco e a non prendere minimamente in considerazione le microtransazioni, allora quel che ne esce è un furiosissimo arcade vecchia maniera che potrebbe fare la felicità di tale utente dichiaratamente masochista e regalare molte ore di sano divertimento blastatorio. La longevità della campagna in se si attesta sulle 6-7 ore, se non fosse che il tempo necessario a terminare il gioco (non stiamo prendendo minimamente in considerazione la difficoltà casual, come detto sopra, in quanto assolutamente antitetica alla tipologia di gioco in questione) considerate le millemila morti in cui incorrerete sarà quantomeno raddoppiato. Se poi vorrete anche prendere la valutazione massima in tutti gli stage, beh dopo averlo fatto sappiate che potrete ritirarvi su un eremo alla vita monacale perché probabilmente sarete troppo anziani (e traumatizzati dall’esperienza) per chiedere altre emozioni alla vita, perché siamo chiari: si può riuscire a domare Crimson Dragon senza cedere all’ignominia delle microtransazioni e all’estremo affronto della difficoltà casual, ma ciò significa dedicargli buona parte della vostra esistenza per imparare a memoria ogni sacrosanto pattern di nemici e trabocchetti in ogni stage provando e morendo per tanto tanto tanto tempo.

FANTASY POSTAPOCALITTICO

Tecnicamente il gioco tradisce la sua origine sulla precedente macchina di casa Microsoft e si presenta ben lontano dai fasti grafici monumentali di quello che fu Panzer Dragoon Orta sulla prima Xbox. Crimson Dragon a parte qualche effetto luce di nuova generazione e in tutto e per tutto un gioco per Xbox 360 e a differenza del prequel spirituale, purtroppo, nemmeno il tasso artistico e su livelli di pura eccellenza. Sia chiaro però che questo non significa che sia brutto, tutt’altro, in quanto gli scenari danno sempre e comunque un ottimo colpo d’occhio e altresì molto bella risulta la palette di colori usata per gli scenari e per la fauna locale (draghi compresi). Anche a livello sonoro non si raggiungono i fasti passati della serie e ben lontane sono le epiche sinfonie d’accompagnamento di Orta, ma Sakori Kobayashi, storico compositore della serie, fa comunque un buonissimo lavoro e seppur non memorabili le musiche di Crimson Dragon sapranno coinvolgervi a dovere. Concludiamo col menzionare un ottimo adattamento in italiano per menù di gioco e sottotitoli che permetteranno di comprendere i risvolti della trama (seppur non se ne senta tutto sommato il bisogno) anche a chi non mastica la lingua d’Albione.

Immagine anteprima YouTube IN CONCLUSIONE
Cosa dire in definitiva su questo Crimson Dragon? Un'occasione sprecata? No, affatto, a noi in realtà è piaciuto e non poco pur con i suoi innegabili difetti. Crimson Dragon è ciò che il fan di Panzer Dragoon in astinenza aspettava da tempo: un rispettoso tributo ad una saga che ha fatto la storia e che, al costo di soli 19 euro, saprà regalarvi ore e ore di pura sfida ludica se si verrà a patti con la sua cattiveria bastarda e le sue meccaniche squisitamente anacronistiche. Se appartenete ad una certa tipologia di vecchi videogiocatori che non hanno timore di sfidare l'apparentemente impossibile e provate un brivido di lussuria ludica una volta superato un passaggio apparentemente infattibile dopo millanta morti consecutive, aggiungete pure mezzo punto alla valutazione finale e fatelo vostro, avrete pane per i vostri denti. Se invece non appartenete a tale tipologia ludica, fatevi un favore: statene alla larga. Qualsiasi sia comunque la vostra categoria ludica di appartenenza vi vogliamo lasciare con un ultimo avviso, anzi un appello: non cedete alle micro-transazioni perché tale piaga va debellata prima che possa prendere troppo piede. ZVOTO 7.5
Voto dei lettori6.5
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Draco-llasso nervoso COSA SIGNIFICA PER NOI QUESTO VOTO? SCOPRILO LEGGENDO I NOSTRI CRITERI DI VALUTAZIONE!!!

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