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Crimson peak: il ritorno di Guillermo Del Toro

Creato il 05 novembre 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

“Crimson Peak”, l’ultimo film di Guillermo Del Toro uscito nelle sale italiane il 22 di ottobre continua ad essere in programmazione al Massaua Cityplex anche per questa settimana.

Tom Hiddleston

Photo credit: Gage Skidmore / Foter.com / CC BY-SA

Negli ultimi anni Guillermo Del Toro ha avvicinato generi cinematografici, azione e fantascienza, che almeno in partenza, non facevano parte del suo bagaglio artistico nel quale era sempre l’horror la cornice dentro la quale si muovevano i protagonisti.
Con Il labirinto del fauno possiamo dire che è iniziato un processo evolutivo, una contaminazione di generi che passando attraverso il secondo capitolo della saga di Hellboy, lo ha portato a dirigere Pacific Rim dove la fantascienza e l’action da elementi che andavano ad ibridare il contesto horror del film passano in primo piano diventando l’ambientazione artistica principale.
Crimson peak segna invece a tutti gli effetti il ritorno all’horror del regista messicano. Un horror che tutti hanno accostato al filone letterario del gotico romantico, genere che affonda le sue radici nel diciottesimo secolo con Walpole e che verrà consacrato poi nell’Ottocento dal Frankenstein di Mary Shelley, dai racconti di Lovecraft e di Edgar Allan Poe e che dal punto di vista cinematografico trova riferimento nel cinema di Mario Bava.

La protagonista di Crimson peak è Edith, aspirante scrittrice che dopo un frettoloso matrimonio si trasferisce dalla New York di inizio ‘900 alle cupe campagne del Nord Inghilterra in cui il marito Thomas Sharpe e la stessa dimora fatiscente saranno i principali antagonisti.
Edith rispecchia solo in parte il cliché della “damsel in distress”, personaggio tipico dei romanzi gotici, la fanciulla che di fronte a una situazione di pericolo viene salvata dall’eroe. La protagonista è un personaggio a tutto tondo che affronta autonomamente le avversità della vicenda, una personalità forte, difficile da ridurre a uno stereotipo letterario.
All’interno del conflitto tra realtà e finzione, Crimson peak assume anche tinte melodrammatiche, creando un torbido intreccio di passioni, repulsioni e sentimenti legati all’ abitazione che come nella tradizione letteraria (La rovina degli Usher) “prende vita”, con i suoi fantasmi, con il suo passato.
Tutti questi ingredienti adoperati da Del Toro finiscono però, in particolare nel finale, per lasciare lo spettatore interessato alla componente horror del film (la migliore del film) con l’amaro in bocca per un cambio di registro che poco si amalgama con il resto del film. Il pensiero va infatti una pellicola come Stoker del sud coreano Park Chan Wook, dove l’espediente del torbido intreccio è inserito in una cornice di assenza di sentimenti, di asetticità che mantengono un distacco, una purezza che meglio si addicono a questo genere di pellicole.
Retro Magazine va al cinema al Massaua Cityplex.

Tags:Crimson peak,Del toro,horror,Il labirinto del fauno Next post

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