E probabilmente ancor più strana può sembrare l'idea di fermarsi una settimana intera a Cracovia.
Però, cercando informazioni mesi fa, ci siamo resi conto che c'è tanto da fare e vedere non solo in città, ma anche nei dintorni, cosicché abbiamo optato per un prolungamento del soggiorno.
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Che dire? Cracovia è un piccolo gioiello, soprattutto in tutta la zona vecchia e centrale. Una festa, non solo per quella piazza e quella cattedrale che da sole valgono il viaggio, ma per le persone, il via vai, i rumori, i profumi, la musica.
Brulica Cracovia e davvero sembra non dormire mai.
Si gira a piedi, basta aver voglia di camminare un po', e si passa dal parco alla Vistola, dal fiume al Castello, dalla rocca al quartiere ebraico, così, quasi senza accorgersene.
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E' una città tutto sommato facile: facile girare, facile mangiare, facile visitare. Il difficile è la lingua, va da sé, troppo piena di consonanti, propinate a mazzi come se non ci fosse un domani. Ma l'inglese qui è conosciuto. Altrimenti ci si intende a gesti, come nella notte dei tempi.
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Lo street food qui è fatto di stinchi e spiedini, ma anche degli immancabili Pierogi, ravioli nel cui ripieno può esserci qualunque cosa: carne e spezie, spinaci, formaggio e patate, funghi, ma anche lamponi, cioccolato, fragole, pesche.
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Il Castello, oltre alla più classica delle caverne dei draghi, conserva anche la Dama con l'Ermellino di Leonardo.
Un po' di coda per i biglietti, ma poi la visita è quasi privata. Quando siamo arrivati noi, di fatto eravamo gli unici visitatori nella stanza, senza alcun affanno sul tempo a disposizione.
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E poi c'è la storia. Come si fa a venire qui e non andare a visitare la fabbrica di Oskar Schinder e i campi di Auschwitz e Birkenau?
Ci siamo andati anche noi e mi spiace essere scontata, ma non riesco a definire altro che "dolorosa ma doverosa" questa esperienza. Doverosa perché ritengo importante l'omaggio alle vittime di quell'orrore. Sul dolorosa credo non servano spiegazioni.
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Ci sarebbe qualcosa da eccepire su alcuni connazionali che - nonostante il reiterato invito da parte delle guide a un comportamento rispettoso - passeggiavano tra le baracche trangugiando i loro tramezzini e lamentandosi del fatto che il giro, oltre che lungo, comprendesse anche una tappa alle latrine. Ma mi taccio per carità di patria. Ecco.
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[e comunque continuo a domandarmi come possa un popolo che ha vissuto quell'orrore non comprendere l'enormità di ciò che sta facendo a Gaza]




