
Photo credit: BriYYZ / Foter / CC BY-SA
Crisi Alitalia. Continua il conto alla rovescia per la compagnia che è ormai sull’orlo del fallimento e tra pochi giorni rischia di rimanere definitivamente a terra. Si perché Paolo Scaroni, ad di Eni, ha dichiarato dagli Stati Uniti che la sua compagnia sta per chiudere i rubinetti ai vettori di Alitalia: “Non possiamo certo aumentare il fido ad una società il cui futuro non ci dà sicurezza. Se non riscuote la fiducia degli azionisti non possiamo tenerla in vita noi con il carburante”. L’incontro a Palazzo Chigi, con argomento del giorno la crisi Alitalia e su cui si riponevano tante speranze per ridare ossigeno all’agonizzante compagnia aerea, non ha dato i risultati sperati. Il Governo avrebbe dovuto trovare il modo di sbloccare risorse necessarie alla sopravvivenza della compagnia, ma le risorse scarseggiano e quindi si aprono altre strade, anche se limitate. Nel breve periodo si punterebbe all’integrazione di Alitalia con un soggetto pubblico, come per esempio le Ferrovie dello Stato, che potrebbe garantire fondi per appianare parte dell’enorme debito della compagnia. Nonostante questa prospettiva sia stata quasi sicuramente posta sul banco delle proposte, rafforzata anche da rumors che davano l’ad di Trenitalia Mauro Moretti in visita al palazzo di governo nella giornata di oggi, il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi stoppa le voci e chiarisce come il governo non abbia mai proposto l’ingresso del gruppo Ferrovie dello Stato in Alitalia. La soluzione più realistica per la crisi Alitalia, almeno sulla carta, sembrerebbe a questo punto puntare all’integrazione con il colosso Air France-Klm, che aveva già fatto trapelare un flebile interesse nei mesi scorsi. La situazione è però complessa, dato che Air France-Klm possiede già un’importante quota di azionariato di Alitalia (è l’azionista principale, con il 25%). Il colosso avrebbe l’opzione di prendere la maggioranza assoluta, ma questo comporterebbe prendersi carico della crisi Alitalia con la ristrutturazione del debito, cosa che i francesi non sembrano, al momento, intenzionati a fare. Sicuramente l’attendismo li premierebbe, dato che la situazione di Alitalia è talmente precaria da permettere all’eventuale acquisizione di ottenere contorni economici piuttosto bassi. Nel frattempo l’esecutivo sta studiando il ritorno dello Stato nel capitale della compagnia di bandiera con una quota, secondo le notizie più recenti, tra il 16 e il 30%, ma l’operazione è ovviamente molto costosa.