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CRISI DEL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE E CRIPTORCHIDISMO SENILE - Il disastro non può essere evitato applicando interventi di piccolo cabotaggio

Creato il 09 luglio 2013 da Ciro_pastore
Si definisce criptorchidismo la mancata discesa di uno o di entrambi i testicoli nel sacco scrotale. Il criptorchidismo si ritrova nel 3-5% dei bambini nati a termine, e nel 10-30% dei bambini nati prematuri. Circa la metà dei testicoli criptorchidi discende spontaneamente nello scroto entro il primo anno di vita, soprattutto nei nati prematuri; pertanto, la prevalenza del criptorchidismo a un anno di età è all'incirca dello 1%. La mancata discesa al termine del primo anno di vita è da considerarsi patologica e richiede l'intervento chirurgico. Il criptorchidismo porta ad un’alterazione del funzionamento del testicolo non solo in termini di ridotta produzione degli spermatozoi, ma anche in termini di riproduzione cellulare con tendenza allo sviluppo di tumori maligni del testicolo. Il fenomeno, in Italia, si attesta intorno ai circa 20.000 casi/anno. Certi comportamenti diffusi, sembrano, invece, sottintendere un’inattesa recrudescenza di un’anomala forma (criptorchidismo bilaterale), quello che riguarda la mancata discesa di entrambi i testicoli. Che siano degli adulti, anzi degli anziani signori, ad esserne affetti è evento patologico veramente preoccupante e, per certi versi, strabiliante: quasi un fenomeno da Guinness dei Primati. Una sindrome che pare essersi stranamente diffusa, infatti, nell’ambito manageriale, politico e sindacale della nostra regione. Eppure, è una patologia che, solitamente, si manifesta alla nascita ed ha la sua naturale evoluzione nell’età infantile. Ma in Campania osserviamo il proliferare di una temibile e cruenta forma: il criptorchidismo senile. La totale disattenzione di molti rispetto alla comatosa condizione del TPL nella nostra regione, ci fa temere che la sindrome sia diventata trasmissibile per semplice contatto o, peggio, per via aerea. I mesi passano, la situazione si complica, i problemi si accavallano, amplificandosi vicendevolmente e finiscono per avvilupparsi in una spirale perversa che pare non avere mai fine. La situazione è talmente ingarbugliata che pretenderebbe la presenza di manager, politici e sindacalisti dotati di attributi in quantità utile ad essere messa sul tavolo, usando tutta la virilità disponibile per affrontarla di petto. Gli stessi lavoratori, peraltro, non paiono dotatissimi, affetti anch’essi probabilmente da una forma più lieve di criptorchidismo (quella monolaterale). Molti sembrano gingillarsi con il solo testicolo disponibile, convinti che un solo “coglione” sia sufficiente per resistere alle dure giornate che, purtroppo, si prospettano. Contratto di solidarietà, mobilità (e quant’altro), il futuro mercato del lavoro senza più regole questo ci riserva. Insomma, volenti o nolenti, questo è lo scenario con cui ci dobbiamo confrontare. Invece, se da una parte chi deve decidere si limita a vivacchiare con il semplice intento di portare a casa qualche lauto stipendio, dall’altra i lavoratori ed i propri rappresentanti sindacali aspettano fiduciosi che la controparte gli risolva i problemi, così come è sempre stato finora. Gli uni e gli altri condividono la stessa sonnacchiosa indolenza che pare figlia della sicumera di chi ne ha viste tante, troppe forse, per temere che il disastro realmente si verificherà. Sembrano voler dire, con la loro indispettente inedia, che non vale la pena agitarsi, tanto alla fine qualcuno dall’alto verrà in soccorso e miracolosamente ci condurrà verso l’Eden in cui ricominceranno a scorrere fiumi di latte e le fanciulle vergini si offriranno per i nostri lascivi desideri. La situazione, invece, è davvero drammatica, anche se i segnali sono talvolta contrastanti ed autorizzano i visionari a pensare che il peggio sia passato. Certo, i treni sono bloccati nelle officine, i viaggiatori sono alla stremo, gli incassi sono crollati. Ma in fondo, pensa chi vuole illudersi, anche questo mese gli stipendi sono arrivati, ed allora: “che ce ne fotte del futuro”. Per ora, gli illusi (ma anche i “senza palle”) possono esultare all’unisono: carpe diem!!! Ciro Pastore – Il Signore degli Agnelli (castrati?) * rielaborazione di un post già pubblicato due anni fa: come si vede, ancora attualissimo!!!

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