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Crisi: eccessivo risalto ‘mediatico’ per i suicidi, rischio emulazione?

Creato il 03 maggio 2012 da Candidonews @Candidonews

Crisi: eccessivo risalto ‘mediatico’ per i suicidi, rischio emulazione?

Oggi un cinquantenne, armato di un fucile, ha preso in ostaggio quindici persone nella sede dell’Agenzia delle entrate di Romano di Lombardia. Il gesto insano è solo l’ultimo di una lunga serie. Nel nostro paese, ad esempio, sono in aumento i suicidi per motivi economici:

Nel 2010 sono stati 362 i suicidi dei disoccupati, spiega l’Eures, il portale europeo della mobilità professionale, superando così i 357 del 2009, che già rappresentavano una forte impennata rispetto ai 270 accertati in media nel triennio precedente. Il numero dei suicidi tra i disoccupati tra il 2008 e il 2010 si attesta complessivamente al 39,2% del totale, salendo al 44,7% tra quanti hanno perso il lavoro. Considerando la sola componente maschile, l’aumento dei suicidi dei senza lavoro appare ancora più preoccupante (da 213 casi nel 2008 a 303 nel 2009, a 310 nel 2010), attestandosi a +45,5% tra il 2008 e il 2010, confermando così la centralità della variabile occupazionale nella definizione dell’identità e del ruolo sociale degli uomini. Ma la crisi si fa sentire soprattutto sui cosiddetti ‘esodati’, vale a dire tra coloro che hanno tra i 45 e i 64 anni, con un incremento del 12,6% nel 2010 rispetto al 2009 e del 16,8% rispetto al 2008.

Dati seri nei paesi europei piu ‘deboli‘:

La curva dei suicidi infatti è aumentata in maniera vertiginosa soprattutto in quei paesi colpiti maggiormente dalla crisi ovvero, dal 2007, Grecia, Irlanda e Italia (mancano i dati della Spagna). Il tasso di suicidi in Grecia è aumentato del 24% nel biennio 2007-2009. In Irlanda, nello stesso periodo, i suicidi dettati da ristrettezze economiche e condizioni di vita proibitive sono aumentati del 16%

Anche in Francia la situazione sta peggiorando visibilmente:

Impennata di suicidi in Francia a causa della crisi: in tre anni – dalla fine del 2008 alla fine del 2011 – proprio in contemporanea con l’aggravarsi dei dati sull’economia e sulla disoccupazione – si stima un aumento di 750 suicidi, accompagnato da 10.780 tentativi di togliersi la vita.

La Gran Bretagna, tra il 2007 ed il 2009 ha avuto un aumento notevole dei suicidi:

nel Regno Unito, dopo una decade di calo del tasso dei suicidi, tra il 2007 e il 2009 il tasso dei suicidi è salito dell’8%. Nel 2008 si sono suicidate 5.706 persone, ossia circa 16 al giorno

E’ pur vero che non bisogna cedere all’allarmismo puro e semplice. Il problema c’è, un aumento delle persone che si sono tolte la vita per cause economiche esiste ma è comunque un fenomeno circoscritto che i mass media ‘amplificano’ pur di fare notizia e che rischia di essere dannoso per i tanti cittadini depressi o in difficoltà, i quali potrebbero essere ancora piu turbati da sensazionalismi di questo genere. A tal proposito riporto un articolo di Filippo Facci sul tema:Chi suicida chi
Nella florida Germania si suicidano il doppio che in Italia, mentre nella disastrata Grecia poco più della metà: parliamo di tasso percentuale, ovviamente. In Giappone si ammazzano quasi quattro volte più che da noi, in Russia sei volte, mentre in Azerbaijan – terra di autoritarismi e corruzioni – non si ammazza quasi nessuno. In Italia nel prospero 1987 si toglievano la vita più di 4mila persone l’anno, mentre oggi, con la crisi, meno di 3mila. In Friuli i suicidi sono da sempre il quadruplo che in Campania, e la loro quasi totalità avviene tra domenica e martedì con picchi stagionali che sono a maggio e a ottobre. Potremmo continuare: tanto per chiarire che attribuire i suicidi a precisi generi di causalità (tipo, appunto, alla crisi economica) è una forzatura immonda che spesso viene favorita da chi mira, giocando coi dati, a trovare eco su giornali. Gli unici suicidi in sicuro aumento e di chiara attribuzione, nel regno dell’insondabile, sono quelli in carcere: ma in prima pagina non ci vanno. Ci sarebbe un altro dato certo, a dire il vero: è dimostrato che le notizie sui suicidi, pubblicate dai giornali, possono favorire emulazioni e quindi altrui suicidi. Lo ricordino certi colleghi e soprattutto lo ricordi chi in questo periodo sbatte i cadaveri ai piedi dell’avversario politico.

Senza contare ‘le morti bianche’, i caduti sul posto di lavoro sono una piaga che continua e cresce di anno in anno .Nel 2011 ci sono stati più di 1170 morti, di cui 663 sui luoghi di lavoro + 11,6% sul 2010. Nel 2012:

Dal primo gennaio ad oggi, secondo l’Osservatorio indipendente di Bologna dei morti sul lavoro, sono già 164 i lavoratori deceduti, che salgono a 325 (stima minima) calcolando anche i lavoratori morti sulle strade e in itinere.

Quindi diamo la giusta importanza a ciò che sta accadendo nel nostro Paese. Cerchiamo di non diffondere panico evitando  di dare troppo risalto alle morti per suicidio. Che la politica invece si impegni a trovare soluzioni per evitare questi gesti disperati e per garantire maggiore sicurezza nei posti di lavoro.


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