La crisi in Grecia è molto forte. Le strade sono praticamente deserte, tutti i negozi (o quasi) sono chiusi, gli unici che non hanno tirato
Foto Salvatore Renna
giù la serranda sono i bar, i ristoranti, i supermercati e i chioschi che vendono souvenir. Sulle case, sugli alberghi e sui locali campeggia ovunque la scritta enoikiazetai, affittasi. Addirittura i sexy shop sono sprangati, come a dire che anche l’eros è messo in ginocchio dalla crisi. L’oasi felice è rappresentata dai siti archeologici: la Grecia moderna si appiglia con tutte le sue forze a quello che rimane della splendida Grecia antica. La cultura di un tempo affascina e irretisce i turisti che accorrono a frotte per farsi una foto al Partenone, per visitare Olimpia, per respirare l’aria di Sfacteria, per stupirsi della forti mura di Micene. Semi di una civiltà antica che ancora mostrano i loro frutti. “Tutto quello che c’è in noi di armonico, cristallino e umano viene dalla Grecia”, scrive Marguerite Yourcenar. Parte di quello che siamo, parte del nostro pensiero, lo dobbiamo a quella piccola penisola che ha fatto grande il Mediterraneo.
Anche in Italia la crisi è forte. Si prendono misure, si cerca di risparmiare, si ricorre a manovre economiche per salvare il salvabile. Ci si concentra molto sull’economia, dimenticando forse il grande valore della cultura italiana. Il Rinascimento, Dante, Leonardo.. l’elenco è molto lungo e di certo non finisce qui. Lo ha detto anche Farinetti al Salone del Libro: se l’Italia investisse nel turismo, tra dieci anni sarebbe il paese più ricco d’Europa, propria grazie alla sua storia. In Grecia il miracolo è il fiore certo della necessità: una volta toccato il fondo, hanno scelto di ripartire dalle fondamenta arcaiche che ancora oggi svettano nel cielo, fiere e maestose. L’Italia non è da meno, anzi. Speriamo solo che non sia troppo tardi quando finalmente ce ne accorgeremo.
articolo di Alessandro Antonioli.