Germania in calo, per la prima volta da due anni e Francia ferma. Dopo la recessione italiana certificata dall’Istat nei giorni scorsi, altri brutti segnali arrivano oggi dagli attesi dati sul Pil in Europa. Da Francoforte arriva il monito della Bce a fare di più sul fronte delle riforme. Nonostante questo, però a differenza del caso italiano, dove il debito cresce ancora a livelli spropositati, in Germania tutti i debiti che ha lo Stato, vale a dire quello federale, quello dei Lander e quelli locali, sono diminuiti dell’1,5%.
L’interno del Bundestag, il parlamento federale tedesco (vorwaerts.de)
La situazione economica in Germania. Il Pil tedesco si contrae oltre le attese nel secondo trimestre dell’anno, a -0,2%, dopo +0,7% del trimestre precedente. Lo rileva l’Ufficio di statistica Destatis nei dati preliminari. Si tratta del primo calo dal 2013. Gli economisti prevedevano -0,1%. Tuttavia, spiega l’istituto di statistica, “una delle ragioni è stata probabilmente il clima estremamente mite che ha portato ad alti tassi di crescita all’inizio dell’anno. Secondo i calcoli più recenti, l’economia tedesca era cresciuta dello 0,7% nel primo trimestre del 2014 e nell’ultimo trimestre 2013 era salita dello 0,4% congiunturale”. L’economia tedesca ha perso spinta anche rispetto allo scorso anno, continuando tuttavia a crescere. Nel secondo trimestre il Pil è salito dello 0,8% (+1,2% corretto per gli effetti di calendario) rispetto al secondo trimestre 2013. Anche questo dato è inferiore alle attese. Per quanto riguarda il debito pubblico, invece, si registra una diminuzione a tutti i livelli pari all’1,5%.
La situazione economica in Francia. Pil fermo anche in Francia nel secondo trimestre dell’anno rispetto al trimestre precedente. A rivelarlo è l’Istituto di statistica francese, Insee: gli economisti prevedevano un leggero rialzo dello 0,1%. Il ministro dell’economia francese Michel Sapin ha ammesso che il Pil francese dovrebbe fermarsi allo 0,5% quest’anno e per il 2015 non prevede “cifre superiori all’1%”. Una revisione al ribasso sulla crescita che inevitabilmente inciderà sul deficit. Secondo quanto riporta “Le Monde” per il ministro, la revisione del Pil comporterà un “deficit pubblico superiore al 4% del Pil nel 2014″, contro la previsione iniziale del 3,8%. Alla luce di questo andamento verrà compromesso anche l’obiettivo di riportare il disavanzo sotto il tetto del 3% nel 2015. Sapin ha quindi rivolto un appello all’Ue affinché allenti il rigore sui conti, adattando il ritmo del taglio del deficit alla congiuntura economica. Appello della Francia anche alla Bce perché adotti tutte le misure possibili contro lo spettro della deflazione.
Crescita zero nell’area euro. Non va meglio nell’area euro. Dopo +0,2% nel primo trimestre, nel secondo trimestre il pil registra una crescita zero, secondo quanto reso noto da Eurostat. Nell’Ue a 28 il pil ha registrato, nel secondo trimestre, una crescita dello 0,2% (+0,3% nel primo trimestre).
L’inflazione nell’area euro. Sempre secondo i dati Eurostat l’inflazione tendenziale nell’area dell’euro scende dal +0,5% di giugno a +0,4% a luglio: si tratta del livello più basso registrato dall’inflazione dall’ottobre del 2009. A luglio 2013 si attestava a +1,6%. I prezzi al consumi, nell’area dell’euro, hanno registrato un calo dello 0,7% a luglio rispetto al mese precedente. (ADNKRONOS)