Tagli a pubblico impiego e minimi salariali – La notte scorsa, la trattativa si era incagliata sull’ipotesi di un taglio delle pensioni integrative, malgrado “un ampio accordo su tutti i punti del programma”. Tra i punti “accettati”, c’erano un nuovo taglio di 15mila posti nel pubblico impiego e una riduzione del 22% dei salari minimi, che scendono a 450-500 euro mensili. Come spiegato dal portavoce del Pasok, Panos Beglitis, per concludere le trattative sul nuovo pacchetto di aiuti alla Grecia mancavano ancora 625 milioni di euro dei quali 325 si attendevano dai tagli alle spese della difesa e di altri ministeri. Oggi, dopo l’ennesima maratona di colloqui, l’accordo è stato raggiunto anche se i “risparmi”, secondo indiscrezioni, arriveranno da misure diverse da quelle “suggerite” dalla Troika.
Ma cos’altro vuole la Merkel dai greci, il sangue? Sono gia mesi che vengono tartassati, hanno tagliato tutto il tagliabile. Ora l’Ue, il Fmi e la Bce hanno strappato un altro accordo ‘devastante’ per i cittadini ellenici e la Germania non appare ancora soddisfatta
Schauble: “Non ci siamo ancora” – Già poco prima del vertice di Bruxelles, il ministro tedesco delle finanze, Wolfgang Schaeuble, ha avvertito che ci sono ancora dei punti da chiarire: “Oggi non ci sarà risultato, non ci siamo ancora”, ha detto Schaeuble, aggiungendo che “non è ancora chiaro” se l’intesa con i creditori privati “riuscirà a portare il debito al 120% del Pil entro il 2020″. In sostanza, secondo il ministro, l’accordo greco sui tagli alla spesa non sembra soddisfare ancora le condizioni richieste per garantire il nuovo pacchetto di salvataggio. “Non credo arriveremo a una decisione definitiva questa sera, ma questo non è un disastro, discuteremo”.
La Grecia ha truccato i conti, il popolo greco ha vissuto aldisopra delle proprie possibilità ma non è tollerabile un comportamento di questo tipo. Vogliono che nel paese scoppino rivolte sociali?
Proteste in tutto il paese, crisi nel governo greco, anche in Europa il gruppo Socialista esprime forti perplessità verso questo modo di agire dell’Ue filo-tedesca:
Proteste all’Europarlamento – Ma i greci non solo gli unici a protestare. Il leader dei socialisti e democratici europei, Hannes Swoboda, ha scritto al presidente della Commissione, Josè Barroso, criticando le richieste della troika ad Atene, giudicandole segnate da un “approccio ideologico e punitivo” che ha portato la Grecia a una “recessione ancora più profonda”. Su richiesta del gruppo S&D l’Europarlamento ha deciso di invitare la stessa troika, Barroso e il commissario Olli Rehn a riferire davanti alla commissione Affari economici.
Provvedimenti pesanti come quelli voluti dall’Europa non faranno altro che distruggere la Grecia, pregiudicandone una ripresa futura. Non ha senso. O meglio, il senso ce l’ha. Salvare i titoli di stato greci per non tirare in mezzo gli altri paesi Europei.
Fossi nei politici ellenici, rovescerei il tavolo. Forse è meglio un doloroso fallimento che una rovinosa sopravvivenza.