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Crisi nelle librerie: una questione economica o culturale?

Creato il 01 settembre 2013 da Sulromanzo
Autore: Elena SpadilieroDom, 01/09/2013 - 14:30

LibrerieLa questione delle librerie in crisi è un dato di fatto ormai nell'ambiente editoriale. Il presidente dell'Associazione librai, Alberto Galla, sostiene che per ogni libreria che chiude ce n'è una che apre, citando il caso della Goldoni veneziana (protagonista di un cambio gestione) e delle Flaccovio di Palermo («Erano sei. A quanto mi risulta, è previsto che una riapra»). Quindi, tutto sotto controllo, anche se il calo nelle vendite sembra testimoniare il contrario.

Nell'articolo Un romanzo con bufala e pomodorini («Il Fatto Quotidiano», 20 agosto 2013), la giornalista Silvia Truzzi ci racconta di librerie che chiudono per lasciare il posto a negozi d'altro tipo o pizzerie, mentre nelle librerie ancora aperte (viene citato il caso esemplare di Feltrinelli) vengono venduti gadget e materiale di cartoleria, oltre che dvd, blu-ray, cd di musica. Ma la libreria propone anche viaggi o itinerari culinari e di benessere, se si pensa alle smartbox in vendita. Non mancano peluche, lego e altri giocattoli. Ecco che un luogo inizialmente adibito ai libri diventa un «grande supermercato che vende un po' di tutto», un modo come un altro per far tornare i conti.

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Per giustificare la diminuzione delle vendite di libri, in molti hanno puntato il dito contro gli ebook, anche se in Italia costituiscono il 2% del mercato editoriale totale. In realtà, c'è da chiedersi se veramente le persone, a causa della crisi economica, hanno deciso di spendere in altro, oppure se è una questione meramente culturale. Le statistiche dimostrano che, nel 2012, il 46% degli italiani, al di sopra dei sei anni, ha dichiarato di avere letto almeno un libro in un anno, una percentuale molto bassa rispetto al 61% della Spagna, il 70% della Francia e l'82% della Germania. Inoltre, se al Nord il 52,2% degli italiani afferma di aver letto almeno un libro all'anno, al Sud la percentuale è solo del 34,2%, al centro del 49,7% e nelle isole del 36%. Meno soldi da investire nella lettura o, semplicemente, poca voglia di leggere?

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