Caro Cosimo, mi sono interessato al pensiero di Cristiana Collu, direttrice del Mart solo prima di Natale, quando si era saputo delle sue dimissioni entro gennaio. La stampa ne aveva riportato le motivazioni, dalle incomprensioni con il CdA alla mancanza d’indirizzo politico. Un pensiero, il suo, che condividevo per cui mi rimase il rammarico sia per la perdita che per la mancanza di un tentativo autorevole per farla rimanere. Leggo oggi sui notiziari locali le sue parole di commiato che la fanno giganteggiare in un mondo di nani e ballerine, come si dice.
Orbene, che c’entra tutto questo con il blog del vino trentino? C’entra non tanto per gli aspetti museali da cui promana il Collu-pensiero, quanto per l’apologia alla “disobbedienza” da lei invocata e che mi pare vada ben oltre il Mart di Rovereto. Interessando anche i frequentatori di questo blog. Insomma, una consolazione e una legittimazione, almeno sul piano culturale. Grazie Cristiana Cullu per questo incipit.
Fare la differenza è un atto di primaria importanza, senza il quale non c’è parola.
Si tende a dire che è tutto uguale o che sono tutti uguali, ma è un errore fatale che impedisce di cambiare le cose.
Il problema sta nella difficoltà di stare sul presente e di fare il nostro tempo, l’espressione è curiosa, perché quando si dice ha fatto il suo tempo, ecco che è intervenuto lo sguardo retrospettivo, è già passato, mentre per me fare il nostro tempo invece significa stare sul presente.
La cosa interessante è che nel museo questo stare sul presente si traduce come uno stare in differita, ma è proprio questo scarto sul tempo che stacca dalla cronaca e dall’attualità per poter dire qualcosa su quanto ci è più vicino.
Significa costruire il presente, essere responsabili delle nostre scelte e della traccia che lasciamo, come un’eredità, una parola che mi è molto cara e mi accompagna sempre insieme a indisciplina, eterodossia, slancio utopico, disobbedienza, anarchia che non ha nulla a che vedere con il disordine, ma si appella a un ordine primordiale che viene prima di qualsiasi regola.
In questo tempo, essere disobbedienti è il punto di partenza d’una prassi carica d’invenzione e che cambia gli scenari, è un atto germinativo e costituente. È un incipit.
Ti saluto, tuo Massarello