Cristianesimo vissuto
Consigli fondamentali alle anime serie
di Dom Francesco di Salles Polline, certosino
(continuazione 7^ Parte 3)
XIX L'imperturbabilità
Se tu hai l'intelligenza di quest'adorabile mistero della tua volontà divina nascosta dappertutto, se sai fare questa comunione, di cui cerco d'insegnarti il segreto, non ci può essere per te nessuna sventura.
Infatti tutto quello che il mondo chiama avversità e disgrazie, come quello ch'esso chiama fortuna e felicità che cosa è in realtà? Non è che una scorza, una superficie, un'apparenza; è l'esteriore della vita. Lì sotto sta nascosta una sostanza, che è l'interno, il midollo della vita: cioè la volontà di Dio. Fare il volere di Dio è tutto il cibo dell'anima; nessuna cosa la nutre tranne questo. Ma quanto le è anche vantaggioso questo cibo! Unendosi alla volontà di Dio, l'anima s'ingrandisce, la sua vita si sviluppa, tutte le sue facoltà s'innalzano fino a poter glorificare Dio.
Tu ora sei serio e vuoi vivere ad ogni costo: vivere, cioè, crescere, dilatarti, per raggiungere la meta per cui fosti creato. Il solo bene che ti attrae, perché infatti è il solo tuo bene, è l'ingrandimento del tuo essere per la gloria di Dio. Ora questa grandezza cristiana, che t'incanta, tutto te la conferisce: il dolore quanto, e spesso più ancora della gioia. La volontà di Dio è dappertutto Ecco perché sei sempre felice. Dovunque trovi Dio che lavora al tuo ingrandimento servendosi delle sue creature.
Che importa a te un po' di piacere o un po' di sofferenza? Queste son sciocchezze da nulla per un cuore che vuol vivere!
E guarda che pace in questo cuore! Una pace che nulla turba, nulla altera e nulla interrompe. Una pace che è sempre la medesima, calma nella gioia, più calma ancora nel dolore. Una pace che accoglie tutti gli avvenimenti e tutti i doveri con la stessa serenità perché tutti le recano il medesimo nutrimento e il medesimo profitto. La pace cristiana!
Un'assoluta imperturbabilità! ecco il vero stato del vero cristiano. Dopo la gloria di Dio non c'è cosa tanto grande quanto la pace dell'uomo, come cantarono gli Angeli sulla culla di Betlemme. Oh! Quanto fa bene l'essere cristiano! Nulla vale questa pace, e questa uguaglianza d'anima io t'auguro di gustarla.
L'uomo che pone lo scopo della sua vita nel suo piacere, che vede la ragione della sua esistenza nella felicità di cui può godere, e che è incessantemente occupato nel conseguimento di questa felicità attraverso le creature, quest'uomo, dico, è continuamente infelice; perché ciò che pensa essere la parte principale della sua vita, gli sfugge sempre. Tu ancora non conosci che assai poco i mali di questa vita; ed io ti auguro di non conoscerli mai.
Hai or ora veduto come si effettua l'imperturbabilità nella vita umana individuale. Vuoi vedere ora come si effettua nella vita sociale? Non vi sono mestieri sciocchi, ma c'è della gente sciocca, dice un proverbio volgare. Che profondità di senso cristiano e di buon senso racchiude questo proverbio! Infatti un mestiere qualunque, una condizione sociale qualsiasi, dal momento che è voluta da Dio per il bene generale, contiene la sua volontà tutta intera. La condizione di capo di uno Stato non la contiene più di quella dello spazzino. Dio vuole delle condizioni sociali diverse, per i diversi bisogni della società; ma per quanto varie siano tali condizioni, tutte indistintamente non contengono che un'identica sostanza, che dà ad esse il loro valore, cioè, la volontà di Dio. In qualunque grado della scala sociale ci si trovi, unica cosa essenziale è fare la volontà divina.
Il mondo, con la sua vanità fallace, non sa apprezzare che le esteriorità delle distinzioni sociali; compiange o disprezza quelli che sono in basso, ed invidia quelli che sono al vertice della scala sociale. Il cristiano, il quale sa che la volontà del Signore non è più in alto che in basso, stima colui che è in basso tanto ricco e privilegiato quanto quello che è alla sommità. Non stima, non invidia, non ambisce che la sola cosa che abbia un valore per lui, la volontà del suo Dio. Ed egli sa di averla tanto in basso quanto in alto. Vedi un po' se un S. Benedetto Labre, che si santificò mendicando, non ebbe una situazione tanto privilegiata, quanto quelle dei Papi, che regnarono mentr'egli mendicava, e che non furono come lui canonizzati?
Ecco attuata, nella più estesa diversità delle funzioni sociali, la divina e vera, e profonda uguaglianza delle anime. Nessuno può lagnarsi che Dio sia stato con lui avaro, poich'egli ha assegnato a la sua volontà, per condurli tutti alla sua gloria per questa via. Cosicché è profondamente vero che non c'è mestiere sciocco. Ma, ohimè! quanta gente sciocca! quanta gente la cui insipienza non apprezza che l'esteriorità delle cose, e non si pasce che di apparenze! Dunque qualunque sia il tuo mestiere, ricordati ch'esso non sarà mai sciocco, e studiati di non esserlo mai tu stesso: il mezzo lo conosci.
XX La grazia santificante
Ogni volta che ti comunichi effettivamente, cioè, unisci la tua volontà a quella di Dio, si produce un'effusione di Dio in te, che è la grazia santificante, poiché S. Tommaso definisce la grazia santificante un influsso della divina bontà nell'anima, la quale per questa comunicazione diventa simile e gradita a Dio, e degna della vita eterna. È questa grazia che fa la santità, e perciò si chiama santificante.
Vi è sempre una preparazione, un adattamento necessario perché questa grazia possa essere infusa nell'anima. Infatti finché l'anima è lontana da Dio, l'influsso della grazia non può prodursi. Bisogna pertanto ch'essa sia vicina a Dio, affinché egli possa effondersi in lei. Così, per il battesimo, il bambino vi è portato e disposto dalle sollecitudini della Chiesa. L'adulto vi si accosta lui stesso, sotto l'influsso di quella grazia attuale, che ho cercato di farti comprendere. Appena l'anima è vicina a lui, Dio si effonde in lei, si comunica a lei, e quest'infusione misteriosa della grazia santificante fa si che l'anima viva di Dio; essa ha la vita di Dio in se.
Questa prima unione è affatto gratuita; non puoi in nessun modo meritarla. Puoi e devi disporti a riceverla, non con le sole tue forze certamente, poiché la grazia attuale ti è già data per questo, ma devi collaborare con la grazia. Quando sei disposto, Dio entra in te, per un puro atto della sua bontà, e piglia possesso dell'anima tua. Egli è in te e tu in Lui; Egli è tuo e tu sei di Lui, Egli vive in te e tu vivi in Lui. Ecco la vita cristiana.
Quando Dio è così in te, ogni volta che si fa un nuovo incontro della tua volontà con la Sua, cioè, ogni volta che fai un atto di conformità alla Sua volontà, si compie un nuovo ravvicinamento e in questo ravvicinamento una nuova effusione. In tal modo la grazia aumenta, e Dio penetra nell'anima tua e ne prende possesso per trasformarla, soprannaturalizzarla e divinizzarla. Ecco come si fanno i cristiani e i Santi.
Tu hai già capito che ogni particolare dell'azione di Dio reca una grazia attuale; adesso vedi che ogni incontro della tua volontà con quella di Dio, produce un aumento di grazia santificante; vedi dunque quante grazie! Che cosa ti manca ancora, dal momento che l'azione di Dio è da per tutto con la grazia attuale, e da per tutto puoi incontrare la volontà di Dio e trovar nella sua unione la grazia santificante? Pensa alla quantità dei movimenti prodotti nelle tue facoltà da tutto ciò che ti tocca interiormente ed esteriormente e in tutti questi movimenti si trovano grazie attuali; perché non ne approfitti? Pensa alla facilità che hai d'unire la tua volontà a quella di Dio, che trovi dappertutto, nel tuo dovere e in tutte le cose che si devono accettare; perché non fai quest'unione? Se non diventi un cristiano e un Santo, la colpa è cento volte tua.
L'eccitazione della grazia attuale è già un movimento della vita; codesto scotimento che porta la luce nella mente, il calore nel cuore, la forza nelle potenze, ti aiuta in modo singolare a far ciò che devi. Ma quando la grazia si spande nell'anima tua, allora è la vera vita, la vita di Dio, che fa vivere l'anima tua. Si spande anche nella mente, nel cuore e nei sensi, e dovunque porta la vita divina. Essa, l'anima tua, fino a che le tue facoltà siano interamente unite a Dio, senza alcuna deviazione, il che è l'apice della perfezione. E allora qual gloria Gli rendi! Il tuo essere gli è interamente consacrato, dato, dedicato; tu vivi di Lui e vivi per Lui. Allora inoltre qual felicità per te! Tu godi di Dio, godi in Dio; e gusti veramente e vedi quanto è soave il Signore.
XXI Le tre pienezze della grazia
Ma che cosa è in sé quest'influsso della divina bontà, con cui Dio ti unisce a sé e ti fa vivere della sua vita? È questo il più grande dei misteri di Dio, poiché la grazia è la più grande delle cose che abbia create. Essa è anche una creatura di Dio, perché fu creata da Dio. È la più grande ed è la prima che sia stata creata. La prima di tutte le cose create è la sapienza, dice la S. Scrittura. Quello che la Scrittura chiama « Sapienza creata » è la grazia nella sua generalità completa, nella sua pienezza universale. Dio ha posseduto questa sapienza fin dall'inizio delle sue vie, prima ancora di creare qualunque altra cosa. Perché la grazia fu la prima cosa creata? Rammenta il piano di Dio. Lo scopo della creazione è l'unione delle anime a Dio, per la Sua gloria e per la loro felicità. Il mezzo che attua questa unione è la grazia; la grazia attuale che la prepara, la grazia santificante che la stabilisce. Le altre creature sono i veicoli della grazia. Non era forse necessario che il gran mezzo d'unione esistesse prima dell'uomo che doveva essere unito? prima delle creature che dovevano esserne gli strumenti? Essa fu dunque creata la prima; e a misura che Dio ha fatto e continua a fare gli altri esseri, essa si espande in essi. Simile al fluido magnetico, s'insinua, per così dire, nelle creature destinate ad essere i suoi strumenti, affinché tutto il movimento degli esseri creati possa convergere alla formazione delle anime cristiane.
Sai qual è il più grande capolavoro della grazia? È Gesù Cristo. In Lui vi è la più perfetta unione dell'uomo con Dio, poiché Gesù Cristo è Dio e uomo, è il figlio di Dio fatto uomo. In Lui la natura umana è talmente unita alla natura divina, che non esiste se non una sola persona. E cos'è che fece tale unione? È la grazia. È essa che unì l'umanità del Salvatore alla divinità del Verbo. Che grazia! Da sola essa sorpassa tutte le grazie riunite insieme. Cosi Gesù Cristo ha in se stesso e per se stesso una prima pienezza di grazia, che in qualche modo si può chiamare infinita, la grazia mediante la quale si operò il mistero dell'Incarnazione.
Dopo questa prima pienezza, che è propria del Figlio di Dio, ce n'è un'altra che le si avvicina molto, ed è quella che fece la Madre di Dio. Incomparabile pienezza anche questa! poiché dopo il prodigio del Figlio di Dio fatto uomo, il più gran portento è la Vergine fatta Madre di Dio. E per compiere questo portento della Vergine fatta Madre di Dio, ci volle una pienezza di grazia che non fosse troppo discosta dalla prima pienezza. È questa pienezza che tu saluti con l'Angelo, dicendo a Maria: «Ti saluto, piena di grazia».
Infine ce n'è ancora una terza, ed è quella che è destinata a fare i figli di Dio. Gli Angeli e i Santi sono chiamati a formare tutti insieme un solo corpo che si chiama la Chiesa. E per formare questo corpo, esiste una pienezza di grazia, che è la pienezza propria della Chiesa. Ogni membro del corpo della Chiesa, vale a dire, ogni Angelo ed ogni eletto, attinge in questa pienezza la parte di grazia che gli è necessaria, per occupare nel corpo il posto che gli è destinato. È a questa terza pienezza che tu pigli parte, e da essa appunto ricevi la parte di grazia che ti fa cristiano.
Così eccoti tre pienezze di grazia: l'una propria di Cristo, l'altra propria della sua Madre, la terza propria della Chiesa. La prima ha fatto l'Uomo-Dio, la seconda ha fatto la Madre di Dio, la terza fa la Chiesa di Dio. Di queste tre pienezze la seconda è maggiore della terza, e la prima è maggiore delle altre due. Così la grazia che ha fatto Gesù Cristo Uomo-Dio, è maggiore di quella che ha fatto Maria Madre di Dio, maggiore di quella che nella Chiesa fa i figli di Dio e maggiore delle due riunite.
Da sé solo e per sé solo Gesù Cristo possiede una pienezza di grazia incomprensibile ed incomunicabile. Ma nello stesso tempo possiede la pienezza propria di Maria e la pienezza propria della Chiesa.
Difatti egli meritò per la sua Madre la grazia insigne ch'ella ricevette da Lui, e guadagnò tutte le grazie che comunica alla sua Chiesa. Grazia attuale e grazia santificante, tutto viene da Lui. Egli pertanto ha da sé solo la pienezza assoluta ed universale della grazia. È il santo di Dio per eccellenza, è la Santità personificata, è l'essere Santo che porta il nome di Figlio di Dio. È a Lui che devi ricorrere, come alla fonte d'ogni vita, se vuoi vivere cristianamente. Quanti tesori Egli tiene in serbo per te! A Lui, sono i meriti della sua Passione, che spandono la grazia attuale, nelle creature che ne sono i canali. Per Lui e per i meriti Suoi la grazia santificante viene infusa nell'anima tua e in tutte le anime. Ama dunque Gesù Cristo, studialo, seguilo. Egli ti farà cristiano. Accostati con confidenza al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare i soccorsi di grazia proporzionati ai tuoi bisogni.
(continua)