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Cristo sulla croce nella cappella del Crocifisso

Creato il 15 gennaio 2012 da Ambrogio Ponzi @lucecolore
Cristo sulla croce nella cappella del Crocifisso Nella Cattedrale di Fidenza nella cappella del Crocifisso, al centro del paliotto in legno dipinto, c'è un piccolo capolavoro finora sfuggito all'attenzione degli studiosi che si sono occupati della nostra Cattedrale. È una raffigurazione monocroma di Cristo languente sulla croce, splendidamente realizzata con toni tenui e delicati che fanno pensare a un accurato disegno su carta o a una miniatura. L'immagine, fedele ai canoni dell'iconografia tradizionale, è contornata da un fitto e coloratissimo intreccio mistilineo su fondo nero, con girali d'acanto, ravvivati da uccelli, foglie, fiori, frutti e altri motivi pendenti, come nelle tipiche decorazioni a finte tarsie marmoree dei paliotti in scagliola, largamente diffusi nelle nostre chieste tra il '600 e il '700.

Condotta con mano sicura per mezzo di vibranti tratteggi, che ne evidenziano l'andamento del corpo e i lineamenti del volto, essa esprime con forza il dramma dell'abbandono e della morte ma anche il loro superamento per la sublime dolcezza e la serenità interiore che anima tutta la figura del Crocifisso. Ogni minimo dettaglio è definito con molta verità: il legno piallato della croce, le mani e i piedi trafitti, la corona di spine intrecciata sulla chioma nazarena, lo svolazzo del perizoma e il cartiglio con la scritta in tre lingue: ebraico, latino, e greco, come racconta il Vangelo di Giovanni. Ma sono soprattutto le coloratissime decorazioni che ci permettono di risalire con quasi certezza all'autore. Si tratta di Angelo Carlo Ambrogio Dal Verme (Borgo San Donnino 1748-1825), come sembra suggerisce il confronto con i fregi da lui dipinti nel 1789 per il battistero della vanvitelliana ex-parrocchiale di Castelnuovo Fogliani. Questi curiosi ornati, di gusto vagamente neoclassico, ripropongono infatti gli stessi schemi geometrici che caratterizzano l'impianto dell'ancora baroccheggiante pa1iotto fidentino. Ma il nome del valente pittore borghigiano emerge anche dai documenti.

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