L’otto marzo a Catanzaro ci sarà il concerto di un’artista di fama internazionale. Se non avete impegni e vi trovate nelle vicinanze, non ci andate. N o n c i a n d a t e. Perchè se andrete al concerto pagherete due euro e cinquanta, e quei due euro e cinquanta saranno devoluti interamente al Centro di aiuto alla Vita di Catanzaro, alias Movimento per la Vita.
L’iniziativa è stata promossa dal Comitato Pari Opportunità dell’Amministrazione Provinciale, contro ogni forma di violenza sulle donne, dicono.
“Attraverso una star internazionale come Noa abbiamo voluto lanciare un segnale in difesa dei valori della pace, della sacralità della vita, del rifiuto di ogni forma di violenza, e in particolare della violenza contro le donne”, ha affermato il presidente della Provincia Wanda Ferro. “Abbiamo scelto un’icona del pacifismo internazionale – ha proseguito il presidente Ferro – per dare voce a chi non l’ha avuta mai: a quelle donne che in passato sono state capaci di fare rivoluzioni senza odio né sangue e che oggi hanno nuove sfide da affrontare. Il concerto vuole dare un aiuto concreto, attraverso un biglietto dal prezzo simbolico, a un’associazione che dà la possibilità a tante ragazze in difficoltà, anche vittime di abusi, di fare la scelta coraggiosa di portare avanti la propria gravidanza”.
“Si tratta di un’iniziativa importante che unisce il momento culturale e artistico a quello sociale – ha detto l’assessore Polisicchio (prima o poi si scioglierà il rebus del perchè un commercialista sia alle Pari Opportunità)-. La donazione dell’incasso al ‘Centro di aiuto alla Vita’ rappresenta un sostegno concreto a favore di tante donne che vivono situazioni di grave difficoltà”.
(fonte)
Nella giornata internazionale della donna la presidente della provincia di Catanzaro vorrebbe celebrare il funerale di uno dei diritti fondamentali delle donne, quello della scelta libera e responsabile alla maternità.
La presidente Wanda Ferro dovrebbe spiegare perchè con i soldi della provincia, e quindi anche con i miei contributi, viene sovvenzionata un’iniziativa i cui proventi andranno a finanziare un’associazione che considera alla stregua di assassine le donne che scelgono di abortire, secondo i limiti fissati dalla legge, e non ad esempio, un centro antiviolenza -come ben sappiamo i presidi di contrasto ancora non hanno ricevuto i finanziamenti regionali previsti dalla legge reg. 20 del 21 agosto 2007 e paventano la chiusura.
Non è forse violenza, questa? Non è violenza negare alla donna il diritto di decidere del proprio corpo e della propria vita? Non è violenza la volontà di imporre la propria morale non laica?
““Chi può decidere, se non la donna stessa se sia in grado o meno di ospitare un altro dentro di sé? Imporre l’ospitalità a chi non la desidera,o a chi non si sente di offrirla, equivale a fare violenza. Chiamiamo questa violenza “occupazione” quando siamo costretti a tollerare nel nostro paese, nella nostra città (…..) “” Le donne solamente, in quanto tocca a loro prestare carne e sangue alla procreazione, possono decidere se portare a termine oppure no una gravidanza. Lo faranno con coscienza, consapevolmente e responsabilmente, cercheranno in tutti i modi di evitare l’aborto ma devono sapere di poterlo fare. Non siamo macchine, siamo persone, non siamo proprietà della chiesa e neppure dello Stato, siamo (o meglio vorremmo essere) Libere Cittadine, questo dobbiamo ribadire l’otto marzo.
Se il corpo delle donne è il luogo biopolitico per eccellenza, l’ amministrazione provinciale ci marcia sopra come un caterpillar, mentre la cittadinanza pare in stato di narcolessia rispetto alla notizia, e nell’ospedale Pugliese di Catanzaro- un grande ospedale che raccoglie utenze da tutta la provincia e oltre – su tutto il personale ospedaliero solamente 2 (due) medici sono disponibili a praticare aborti (notizia avuta da Emilia Celia, referente regionale Cittadinanza Attiva-tribunale per i diritti del malato Catanzaro). Come viene tutelata, anche in questo caso, la salute e la libertà di scelta delle donne visto il numero a dir poco irrisorio del personale non obiettore? Non viene minimamente presa in considerazione, dalla struttura ospedaliera, la necessità di bilanciare il diritto all’obiezione di coscienza con la responsabilità professionale e con il diritto di ogni paziente ad accedere tempestivamente a legittime cure mediche ? Pare proprio di no.
Avevamo pensato di non organizzare nulla per l’otto marzo, abbiamo cambiato idea (nel frattempo rimando all’opuscolo del quale abbiamo numerose copie- “Io consapevole, io libera“).