Magazine Diario personale

Crolla il tetto!

Da Aquilanonvedente

crollo-tetto1Per anni e anni (e ancora adesso), politici, tecnici (in primis quelli bocconiani), sindacalisti, imprenditori, pinzillacchere e quaquaraquà ci hanno detto che, nella nostra casa, ognuno si doveva occupare della propria stanza.

Ognuno doveva gestire la propria stanza con efficienza, efficacia ed economicità, fregandosene di quelli che stavano nelle altre stanze.

C’era chi doveva occuparsi del salotto (i più fortunati), chi della camera da letto, chi doveva pulire il cesso, chi aveva in dotazione il ripostiglio, chi la cantina o il sottotetto.

Ma la regola era uguale per tutti: occupatevi solamente del vostro locale!

E così hanno spezzettato, parcellizzato, frazionato, spartito la nostra società.

La sanità, l’assistenza, i trasporti, la previdenza, il lavoro, ecc.: tutto separato. Tutto aziendalizzato, impresariezzato, societariezzato.

Peccato che nessuno si sia occupato delle parti comuni. Peccato che nessuno si sia preoccupato di coordinare, controllare, omogeneizzare tutte queste parti.

La politica, che doveva farlo, è stata (ed è tuttora) in mano ad affaristi incompetenti.

E così, nessuno si è occupato del giardino, dove un tempo sono nate piante rigogliose, dell’orto, dove coltivavamo le nostre verdure, della cancellata, che andava ridipinta. Nessuno ha ritoccate le pareti esterne, sistemando le incrostature; nessuno ha dato un’occhiata alle grondaie e ai pluviali.

E adesso che sta crollando il tetto, tutti si guardano smarriti chiedendosi: ma di chi era di competenza il tetto?

Di nessuno, secondo la logica imperante in questi ultimi decenni.

Di nessuno…

Viva la vida, comunque…



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