Dopo Pompei, è il turno della Reggia di Caserta. Mentre si stava ancora festeggiando il boom dei turisti in Campania durante le festività pasquali e del 1 maggio, ecco che arriva come una doccia fredda un episodio che getta di nuovo parecchie ombre sul modo in cui viene gestito l’immenso patrimonio artistico e architettonico della Regione Campania.
Protagonista, stavolta, è la Reggia di Caserta, che, è bene ricordarlo, è uno dei 49 siti italiani che l’Unesco ha dichiarato “Patrimonio dell’umanità”. Due giorni fa, ma solo oggi se n’è avuta notizia, una porzione di tetto del monumento vanvitelliano è crollato, causando danni ma non coinvolgendo nessuna persona. L’episodio è avvenuto nell’ala occupata da personale dell’Aeronautica militare a causa di inflitrazioni d’acqua. Per precauzione, oggi quello spazio è stato sgomberato, anche perché il buco sarebbe piuttosto ampio (come si evince dalla foto Ansa).
Secondo le prime indagini, l’area interessata sarebbe stata di recente oggetto di lavori di restauro. Il soprintendente del Polo museale di Napoli e Reggia di Caserta, Fabrizio Vona, come riporta Repubblica.it, ha immediatamente disposto un intervento di somma urgenza per rimuovere l’orditura lignea e il manto di tegole, cadute a seguito del cedimento di una trave in legno, nell’angolo sud-est del quarto cortile della Reggia, installare una copertura provvisoria e ripristinare le travi in legno e il manto di tegole nella campata interessata. “Abbiamo attivato il pronto intervento per le immediate riparazioni – assicura Vona – purtroppo negli anni scorsi i fondi per la manutenzione non erano adeguati e sufficienti”. Secondo la funzionaria della Soprintendenza Flavia Belardelli il crollo sarebbe avvenuto “per scarsa manutenzione: nei giorni scorsi notammo un foro nel tetto e inviammo una segnalazione alla stessa Aeronautica. Però, nello stesso giorno, il foro si è esteso ed è diventato una voragine”. Dal personale dell’Aeronautica c’è stata una risposta piuttosto critica: “La competenza sulla manutenzione del tetto non spetta a noi ma al Mibact (Ministero dei beni e delle attività culturali)”.
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