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Cronaca di un concerto annullato

Creato il 11 luglio 2014 da Musicamore @AAtzori

Cronaca di un concerto annullato

Le premesse non erano buone. Già da qualche giorno si annunciava maltempo in quel di Barumini, villaggio nuragico  fra i più antichi della Sardegna. Proprio qui si sarebbe dovuto svolgere il concerto del coro , dei solisti e dell’orchestra del Teatro Lirico di Cagliari con la bella musica de I Shardana di Ennio Porrino. C’era una certa curiosità per questa rappresentazione .

Il Teatro aveva allestito la zona nuragica arricchendola con delle grandi riproduzioni di bronzetti realizzati dagli scenografi . Le luci poi, sistemate sapientemente nei punti strategici, completavano questa scenografia naturale che avrebbe reso il concerto ancora più suggestivo. Nonostante le continue informazioni sui  Social network, che davano freddo e pioggia,  il pubblico del posto aveva cominciato a riempire la platea attrezzandosi abbondantemente per poter assistere ad un evento  fuori dal comune.

Cronaca di un concerto annullato

All’ora stabilita tutti noi artisti e professori d’orchestra siamo saliti sui pulmann che ci hanno portato in loco. Sapevamo che la temperatura non sarebbe stata quella consona ad’una stagione estiva. L’esperienza di qualche decennio di concerti all’aperto ci ha insegnato che il maestrale in Sardegna, la sera, è come il 25 dicembre. Quindi  eravamo attrezzati come dovessimo andare a scalare il Monte Bianco. L’eleganza degli abiti da sera ha  lasciato posto a piumini e sciarpe di lana per permetterci di poterci esibire senza rischiare l’assideramento.

Cronaca di un concerto annullato

Al nostro arrivo lo spettacolo che si è presentato  era magnifico. Quelle pietre nuragiche così antiche illuminate e arricchite dalle statue nuragiche, ha scatenato il desiderio irrefrenabile di “selfie” in tutte le pose. Finchè il tempo ha tenuto questo è stato il nostro passatempo nell’attesa che si cominciasse. Il pubblico, infreddolito ma sorridente e divertito ci osservava, e non vedeva l’ora di ascoltarci. Qualcuno si avvicinava a chiederci informazioni sulla possibilità che il concerto potesse svolgersi, altri ci fotografavano come fossimo orsi polari nel deserto del Sahara. Il “caddozzone di turno intanto non perdeva tempo a vendere panini e bibite prima che precipitasse il cielo.

I professori d’orchestra, con molto timore, hanno cominciato poi ad aprire le loro custodie e a tirar fuori gli strumenti. Qualcuno timidamente ha pure cominciato ad accordare. Tutto pareva stesse volgendo al meglio quando, un’ improvvisa “scuttulata” ,(per i non sardi “acquazzone” ) , ha messo le ali a tutti, facendoci scendere dal   palco riparandoci con  spartiti e cartelle. Ma il pubblico no, non si è mosso dalla poltroncine, quel concerto lo voleva a tutti i costi. L’acquazzone è stato veloce ma il tanto giusto per innaffiare e inumidire gli strumenti, le sedie e tutto il resto. Il cielo aveva un colore che annunciava da lì a poco qualche cosa di più consistente. Non si poteva andare oltre, e solo l’annuncio al microfono che il concerto non si sarebbe svolto, ha fatto si che il pubblico si rassegnasse e si dirigesse mogio verso l’uscita del villaggio nuragico. Qualcuno andando via ci chiedeva implorante:

- “Quando si farà? Tornerete?”  - Speriamo.

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