CRONACA FAMILIARE Vasco Pratolini
Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1995
ISBN 10: 8804350318 Un libro tristissimo Questo racconto autobiografico è alquanto dolente. Lo stile è piuttosto arcaico, il che considerando quando è stato scritto (1945) ci può stare, anche se altri autori che ho letto dello stesso periodo mi sono sembrati più contemporanei, ma forse ho il ricordo di scrittori stranieri tradotti negli anni sessanta, a volte la memoria restituisce sensazioni non propriamente reali.
Nel libro si respira un'odore stantìo, lo stesso che avverto al cimitero davanti alle tombe dei miei avi, ma più che un odore è una sensazione interna, questa storia mi ha emozionalmente portata nel passato in bianco e nero della mia famiglia.
Nel giro di poco tempo ho letto casualmente autori che si sono incontrati, o che semplicemente hanno transitato a Napoli nello stesso periodo, coevi ma abbastanza diversi per stile tra di loro: Vasco Pratolini, Raffaele La Capria e Anna Maria Ortese. Per adesso l'amore è scattato solo con quest'ultima, che con "il mare non bagna Napoli" cita i suddetti autori insieme ad altri quali facenti parte della vita letteraria attiva della città. ho la sensazione, non conoscendo altro di Pratolini, che il fatto di scrivere una storia autobiografica influisca sullo stile, che l'autore sia talmente coinvolto dalla vicenda da far emergere soprattutto il lato doloroso della sua vita; Ma sto parlando basandomi su sensazioni, quindi dovrò verificare leggendo qualcos'altro dello stesso.
Alcune frasi, una in particolare, mi hanno fatto percepire Vasco Pratolini come un osservatore profondo, che si esprime con esempi e similitudini semplici ma precise al tempo stesso, pone l'attenzione a cose che un animo sensibilmente normodotato non noterebbe; riesce a trasmettere molto bene la disperazione della malattia, l'impotenza verso medici incompetenti che usano le persone come cavie e verso un destino infame. Molto dolorosa l'ammissione della mancanza di amore patita dal fratello per tutta la vita ed il suo bisogno di affetto e contatto fisico, e altrettanto dolorosa è la figura della nonna, una persona che ha sempre amato come ha potuto i due nipoti, sacrificando la sua vita, il suo orgoglio ed i suoi bisogni.
Mi ha colpito anche il percorso di questo amore fraterno sviluppatosi solo da giovani adulti, di come un legame si DNA possa unire ciò che culturalmente è stato diviso.E' molto triste vedere come la povertà influisca sulle scelte della vita e costringa spesso le persone a far cose di cui poi pagheranno conseguenze inaspettate. Alla fine tutto ciò che succede nelle vite dei due fratelli è dominato dalla povertà, dal non poter prendersi cura come si vuole o come si deve di coloro che si amano e tutto questo genera patimenti e situazioni drammatiche.
Un libro avvilente, sicuramente specchio di una situazione reale negli anni quaranta, e sicuramente specchio di una situazione reale ancora adesso per alcune popolazioni e ceti sociali.
Citazioni
"Io avevo cinque anni e non potevo volerti bene; dicevano tutti che la mamma era morta per colpa tua."
"Lo chauffeur era un uomo di trent'anni, dal mento pronunciato e gli occhi neri; era distinto, d'una distinzione propria del servo, dello chauffeur padronale."
"Vi aleggiava quell'atmosfera delle vecchie case nelle quali chi le abita ha raccolto in ogni centimetro quadro una memoria; e di questi ricordi si nutre, di essi vive. Anzi non vive, si prepara, lentamente, a morire."
"Ma l'amore dei poveri è il più fragile: o il mosaico delle anime combacia perfettamente o tutto si frantuma e disperde, e l'amore diventa abbrutimento, diventa disperazione, diventa odio, ed anche tragedia."
Citazione da "Cronaca familiare" di Vasco Pratolini, Arnoldo Mondadori Editore