Cronache del Quirinale: lo stiamo perdendo

Creato il 18 luglio 2013 da Albertocapece

Avvengono cose inaudite, ma non si possono responsabilizzare in alcun modo i ministri. E dunque non si può rischiare la messa in mora  di un governo che sta contrastando la crisi. Questo il succo, altrettanto inaudito, del monito che viene dal Quirinale dove ormai regna una grande, ma sinergica confusione tra marasma senile e tutela del ceto polittico.

Il messaggio del presidente è allarmante non solo per la difesa ad oltranza dell’inciucio, anche di fronte a fatti gravissimi, ma anche per la distanza ormai incolmabile tra il Colle e la realtà, quella che casca addosso ai cittadini tutti i giorni, che si legge in chiaro nelle cifre disastrose della produzione industriale, della disoccupazione, del debito pubblico, che diviene evidente come un lampo nel buio. Un governo che finora non ha potuto che rinviare ogni cosa, visto che non c’è accordo su nulla se non sull’occupare il potere , appare invece al presidente  come l’unico baluardo contro la crisi e così dal Quirinale giungono vere e proprie fantasie su “riconoscimenti e apprezzamenti per la sua capacità di iniziativa e di proposta”. Che per sovrammercato “nessuno può seriamente negare”.

Sullo sfondo sempre le famose riforme ridotte ad acacadabra per bambini, le improbabili azioni di un governo “necessario” in grado di far “far  variare positivamente il clima di fiducia verso l’Italia”. Insomma le solite cose che sentiamo da più di due anni, il bricolage con vuoto a perdere che ha imposto Monti, la firma di trattati europei distruttivi della nostra economia, poi le larghe intese prive di senso, un attivismo da ballo di San Vito che è solo la manifestazione di una malattia del Paese e della sua classe dirigente. Il tutto condito dalla confusione evidente tra una narrazione impudica che trasforma i pesci in faccia in successi inesistenti e i disastri reali. Così è lecito domandarsi in che mondo viva Napolitano, quanto dei suoi incessanti moniti siano da attribuire a una scadente ammuina politica e quanto invece al suo trasferimento dentro una bolla di gessosa irrealtà dove non più c’è più distinzione tra i fantasmi e le persone, tra le idee e i comunicati stampa.

E’ inutile girarci intorno: qui siamo di fronte a un declino. Al quale si dovrebbe porre rimedio prima che bizzosità e ossessioni senili prendano il sopravvento, prima che i corazzieri vengano scambiati per ministri con l’elmo di Scipio e viceversa. E prima che il Paese venga stritolato.


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