Una gatta, Esterina, il suo padrone, nonché autore del fumetto, Giacomo Nanni, e momenti di semplice vita quotidiana, tra uccelli, altri gatti, alberi e palazzi; questi sono gli ingredienti che costituiscono la trilogia di Cronachette pubblicata da Coconino Press tra il 2007 e il 2009.
C’è molto di autobiografico nei volumi, molte sensazioni, episodi vissuti dall’autore accanto alla sua gatta.
Cronachette è più un insieme di aneddoti, a volte scollegati fra loro, altre volte tenuti insieme a formare storie dal respiro più ampio, in cui la fanno da padrone i movimenti sinuosi della gatta e le sue frequenti “chiacchierate” con l’autore.
In Cronachette 2 si assiste alla nascita di Esterina, si conoscono quindi anche sua madre ed i fratellini, e al suo incontro con Giacomo, mentre in Cronachette 3 viene narrata la fine naturale della vicenda, accompagnati nel racconto dalla presenza di comprimari fondamentali, sempre dalle sembianze animali.
Ora, sarebbe lecito chiedersi, tutto qui?
Sì, tutto qui, perché il resto è veramente difficile da spiegare a parole.
E’ tutto molto semplice in cronachette, ma di quella semplicità che contribuisce a creare i capolavori.
A cominciare dal disegno di Nanni, essenziale, personalissimo, sempre in bianco e nero (solo le prime 40 pagine di Cronachette3 sono a colori) minimalista, ma al tempo stesso estremamente dettagliato nel raffigurare le espressioni, gli atteggiamenti, gli umori.
La griglia usata dall’autore, salvo rare eccezioni, è sempre uguale: sei vignette per pagina, tutte con le stesse dimensioni, ma è impressionante come uno schema così rigido venga usato e stravolto in modo del tutto originale. Esterina vi si muove, a volte si vede sparire e riapparire nell’inquadratura successiva, a volte sono le sei vignette a comporre, unite insieme, la figura dell’animale e l’ambiente in cui vive.
Lo spazio e il tempo sono rarefatti, dilatati, e il lettore continua incuriosito a sfogliare pagina su pagina, senza mai sapere cosa si troverà a guardare attraverso i suoi occhi e quelli di Esterina, a volte catapultato in situazioni surreali al limite del paradosso.
Assistiamo a momenti esilaranti, dialoghi fittizi tra animali o tra Esterina e Giacomo (un po’ alla Schulz maniera) pause fatte di silenzi e movimenti rarefatti in cui la protagonista sembra formare una uniforme macchia nera sul foglio bianco.
Leggendo cronachette si ride, si pensa, si riflette e si ha modo di fare una timida incursione nella vita e negli spazi dell’autore.
Nel terzo volume, forse il più completo dei tre ed il meglio strutturato, si parla anche di storia (della Rimini città natale di Giacomo) e di morte, ma sempre con un velo di ironia e leggerezza che sa tanto di poesia.
Non sono sicuro di esser riuscito, in questo breve paragrafo, a spiegare, almeno in parte, tutte le sensazioni che questo fumetto è stato capace di regalarmi.
Ma che altro dire?
Se mai avrò una gatta, la chiamerò Esterina!
Ultima cosa: le immagini che vedete sono tutte tratte dal blog di Giacomo Nanni.
Fateci un salto, ne troverete parecchie altre e riuscirete a farvi meglio un’idea dello stile unico e geniale di questo autore.