Non sono stata l'unica, a mia discolpa dico solo questo... Questo mese di trattenute per amore dello stare insieme ce ne sono state tante. Tantissime le voci che dicevano "stavo per mollare / passare ma poi...." tra quelle anche la mia. Questo MTc N. 38 mi ha messo davvero alla prova.E oltretutto, come diceva
Cri, questa cucina è una cucina di rispetto dell'animale, una cucina etica, di assenza dello spreco, quindi conseguentemente una cucina che approvo su tutti i piani. Ma non vogliatemene, io le interiora non le riesco ad affrontare, tutte, nessuna esclusa, mi fanno schifo. Lo sò che non si dice, anche a mio figlio insegno a dire "a me non piace", ma mi fanno schifo davvero!!!! Paura, fobia, difficoltà al maneggio.Ecco adesso pensate che io sia una schifiltosa principessina che non tocca nulla, ma non è vero, io pulisco ogni forma di umane deiezioni senza battere ciglio, uccido astici a coltellate secche, spalo letame e faccio molte e molte altre cose che molte ma molte altre donne non fanno... Ma le interiora... O_oQuindi avevo detto no, non lo faccio, passo... con un po' di amaro in bocca e un po' di tristezza, un mese senza partecipare e mi sentivo già un po' orfana.
E mio marito, che assiste a tutte le mie bloggomanie, che porta una pazienza che non è terrena certe volte, che tutte queste gastrofollie lo lasciano parecchio perplesso, lui ha detto "Devi partecipare lo stesso" e mentre lo guardavo un po' stranita visto che so che manco lui avvicina il 5° quarto manco alla lontana, riprende "si perché nello spirito di crescita e messa alla prova che contraddistingue questa gara, mollare SOLO perché una cosa non ti piace non è etico"ETICO??????
E quindi eccovi il mio 5°quarto, niente di stellare, solo fegato (ma sapeste che fatica...) e la cosa strana è che l'ho mangiato e mi è anche piaciuto parecchio. Filippo, 9 anni, l'ha adorato. Quindi davvero, ogni mese di più questa gara mi insegna a MAi dire MAi.
Grazie cara Cri.Per quattro crostoni
240 g fegato di vitellone a piccoli pezzimezza cipolla rossa piccola tagliata a fettine sottili3 cucchiai di aceto balsamico di altissima qualità, senza coloranti e caramello aggiunti10 albicocche secche tagliate a listarelle100 gr di guanciale a cubetti1 cucchiaio di olio evo3 rametti di timosale e pepe4 fette di pane semintegrale rustico*
(ricetta in fondo)Preparazione
Riunite in una ciotola il fegato di vitellone a piccoli pezzi, le fettine di cipolla rossa, i 3 cucchiai di aceto balsamico e le 10 albicocche secche tagliate a listarelle insieme alle foglioline di timo. Fate marinare per un paio d'ore.In una padella antiaderente calda fate diventare croccante il guanciale, a fuoco basso, così avrà modo di rilasciare tutto il grasso. Scolatelo e asciugatelo su carta da cucina e buttate il grasso. Rimettete sul fuoco la stessa padella e versateci il fegato con tutta la marinata, fate stufare a fuoco dolce per circa 20 minuti. regolate di sale e pepe.Togliete dal fuoco e unite il guanciale. Se il fondo di cottura risultasse troppo liquido (e questo può dipendere dalla quantità d'acqua che il fegato rilascerà in cottura) sciogliete la puntina di un cucchiaino di maizena in un cucchiaio d'acqua e aggiungetela al fondo di cottura, fatela sobbollire per 30 secondi e avrete un sughetto addensato e delizioso.Prendete le fette di pane e fatele tostare, copritele poi con il fegato e il suo sughetto.
* Pane semiintegrale rustico per una pagnotta da 1 kg circa
300 g farina 0300 g farina integrale200 g pasta madre rinfrescata (sostituibili con 15 g di lievito di birra)400 ml di acqua tiepida15 g sale10 g malto d’orzo o mielePreparazione
In una ciotola sciogliete la pasta madre rinfrescata o il lievito di birra in 350 ml di acqua insieme al malto d’orzo o miele, aggiungete il mix di farine, mescolate con la mano e appena la farina avrà rivestito la pastella di lievito proteggendolo, unite anche il sale. Se la farina chiama aggiungete altra acqua fino ad ottenere un impasto morbido e sodo.Impastate energicamente e formate una palla, lasciatela nella ciotola e copritela con un’altra ciotola rovesciata.Lasciate riposare 10 minuti e poi con una mano prendete un lembo di impasto e portatelo verso il centro, fatelo per 8 volte ruotando la ciotola e ricoprite. Ripetete questa operazione ogni 10 minuti per altre 3 volte. Lasciate riposare un’ora.Riprendete il pane, sgonfiatelo e reimpastatelo dandogli una forma rotonda. Rivestite la ciotola usata in precedenza con un canovaccio infarinato, adagiatevi il pane e coprite sempre con l’altra ciotola, questo farà sì che non si secchi in superficie. Mettete a lievitare in un luogo al riparo dagli spifferi e possibilmente tiepido, tipo il forno con la luce accesa. Lasciate lievitare fino al raddoppio.Preriscaldate il forno a 220°. Al momento di infornare rovesciate la pagnotta direttamente sulla placca del forno, incidete la superficie con una lama affilata per dare al vapore gli sbocchi per uscire in cottura e spruzzate qualche goccia d’acqua sulla superficie, un piccolo trucco che serve a fare una crosta un po’ più sottile. Infornate e vicino al pane mettete una piccola tazza piena d’acqua.Dopo 15 minuti di cottura portate il forno a 180°. Per la cottura completa ci vorrà circa 1 ora, quando vi sembra cotto e ben dorato tiratelo fuori dal forno e battetelo sul fondo, se otterrete un suono vuoto il pane sarà cotto, altrimenti infornate per qualche altro minuto.Fate rafreddare il pane su una gratella e poi affettatelo.Con questa ricetta prtecipo all'MTC N. 38