La sua capacità canora di ripercorrere in un attimo l'intero stivale italiano, illuminandone ogni volta singoli aspetti diversi, senza renderli astratti, ma tenendoli ben ancorati alla realtà cui si riferisce, è l'aspetto più geniale di Crozza. Utilizza canzoni diversissime, estrapolate dal loro contesto e trasformate in un'attualità ben definita. Sa muoversi in questa società, nel labirinto di un'Italia incerta e rovinata da anni di inganni e finzioni televisive e giornalistiche. Sa cogliere il dettaglio e ricostruirci attorno la realtà. Facendolo attraverso il linguaggio musicale del passato mescola stili diversi in un unicum straordinario, raggiungendo la poesia di De André o Guccini, senza tralasciare l'abilità poetica di chi sa mordere la realtà, cogliendo nell'insignificante quella chiave di volta con cui leggere la realtà e sorreggere la pesantezza dell'attualità italiana e della vita.
Il vero colpo di genio, tuttavia, l'ha realizzato questo venerdì, nella riproduzione della canzone Pensieri e parole di Battisti, adattandola in un dialogo tra un finanziere e un evasore:
Crozza ribalta completamente il senso di una canzone che nell'originale racconta di un incontro amoroso, di una relazione che è sbocciata a fatica e che ora rischia di perdersi, ma lo fa mantenendo l'aspetto intimistico dell'originale: rovescia senza disperdere quell'energia canora. L'originale è una confessione esistenziale, un dialogo strozzato, immaginato più che realmente avvenuto. E' un testo estremamente evocativo, universale. Crozza è capace di raccontarci sopra una storia completamente diversa: il dialogo tra un finanziere ed un evasore.
Se notate il pubblico accenna ad una risata all'inizio, poi si tace. Non perché il testo abbia perso mordente, ma perché quel dialogo ha coinvolto totalmente il pubblico, l'ha fatto suo. Perché la genialità del comico è andata oltre alla risata di pancia (comune in tanti programmi televisivi) e ha raggiunto la profondità del cuore. L'ascoltatore la ricanterà, questa nuova versione, con l'occasione di riflettere sulla condizione italiana, e forse si accorgerà della genialità di Battisti-Mogol, e della straordinaria abilità crozziana del saper far ridere sommessamente, senza il clamore caciarone con cui si contraddistingue l'italiano in vacanza, ma con quella silenziosa e riflessiva intimità che appartiene a tutti noi.
In un quadro che non è solamente uno sberleffo dell'altro, ma soprattutto una riflessione su di sé. Perché fa ridere, ma in un dialogo interiore, appunto. Più geniale di così!