Sardegna, anni Ottanta. Il professor Solinas, dopo un’esistenza dedicata unicamente alla scuola, vive il suo pensionamento in modo traumatico. Insegnare è sempre stata l’unica passione. Non ha mai avuto una donna. Privato del suo universo si sente finito e cade in depressione. Rinasce grazie alla frequentazione di Maria, un’ex allieva appena diciassettenne. Corrotta da traumi infantili, introversa e quasi anoressica, la ragazzina abita sola con la madre, isolata dai coetanei e dal mondo oltre le mura domestiche. Il professore ha un disperato bisogno di sentirsi vivo e si aggrappa a lei con tutto se stesso. La educa, leggendole romanzi e facendole ascoltare musica. Insieme passano intere giornate in una casa al mare, sul golfo di Oristano. Maria cresce e diventa attraente; il rapporto tra l’allieva e l’insegnante, giorno dopo giorno, si fa sempre più inteso, ambiguo e, infine, morboso. Lui comincia a provare una strana inquietudine, un sentimento nuovo, che non sa gestire perché non conosce i codici dell’amore. Si sente goffo, patetico e ridicolo. Quando lei comincerà ad allontanarsi, sarà travolto da una terribile ossessione, una gelosia che maledirà ogni sua azione. Diventerà violento, un uomo molto diverso dallo stimato professore conosciuto da tutti. Farà cose inaccettabili e soccomberà al lato oscuro che aveva sepolto nell’animo per tutta una vita..
Una storia forte dall’impostazione narrativa classica. L’autore riesce a essere delicato, a tratti persino tenero, anche nei momenti eroticamente più spinti, alcuni quasi impossibili da trattare, al limite della legalità. La tragedia che si annuncia esplode e commuove toccando corde profonde. Ci si trova quasi a comprendere e a giustificare il male in quanto frutto di un’estrema solitudine.
Inviato il 24 maggio a 13:56
grazie per questo commento, uno dei più precisi finora letti che rispecchia in pieno quello che era il mio intento.