“Sei troppo giovane” mi dissero. “Non sei ancora pronta”, mi rimproverarono. Io però in quella discoteca in mezzo a quelle rovine risalenti a tempi immemorabili ci volevo andare lo stesso, ecco. E così, in una notte senza luna, sono sgusciata via e mi sono messa in cammino. Come resistere a un posto che si chiama “La Cripta di Chittemmurt”?
Risultato: il posto era in rovina e praticamente abbandonato. Ho pure fatto un bel volo, precipitando da un pavimento friabile che pareva addirittura fatto di pietra! E, dulcis in fundo, ho preso una forte botta alla capoccia. Ahio. MA… un simpatico signore parecchio decrepito apparso dall’ombra ha deciso di darmi una seconda possibilità. Ah, che sollievo, temevo il peggio! Per fortuna c’è ancora in giro gente di buon cuo… il mio cuore. DOV’È IL MIO CUORE? Non riesco a muovermi… ggghr… uh aspetta! Ci sono riuscita appena ora. Ma…Questa musica? E il mio cuore… lo sento. Molto lontano, e batte ancora. Batte al tempo di questa musica che proviene da chissà dove, e scandisce il ritmo dei miei passi in continuazione. E questi da dove sono sbucati fuori? QUESTE GELATINE EXRALARGE, QUESTI SCHELETRI, QUESTI SPIRITELLI BIRBANTI, QUESTI DEMONI CHE… BALLANO! BALLANO CON ME! UNO. DUE. TRE. QUATTRO. UNO. DUE. TRE. QUATTRO.
Premessa: avendo giocato il titolo su due schermi a risoluzione diversa, potrete notare un cambio di ampiezza di vedute. Ho cercato di sfruttare la cosa in modo da offrirvi immagini più ricche o meno a seconda dello scopo dell’immagine stessa.
LA FEBBRE DEL SABBA
Ebbene sì, signore e signori. Discoteca a parte, è tutto vero! Crypt of the NecroDancer, ideato da Ryan Clark e sviluppato dalla Brace Yourself Games (ovvero lui stesso, in collaborazione con altri sviluppatori), è un titolo indie disponibile su Steam (PC, Linux e Mac) che vi costringerà a muovere la vostra controparte virtuale rispettando il tempo della colonna sonora stre-pi-to-sa composta dall’intramontabile Danny Baranowsky (The Binding of Isaac, per intenderci!), cercando di memorizzare e prevedere le movenze dei nemici ed attaccarli al momento giusto. La ragione di questo viaggio periglioso e pieno di pericoli? Un negromante non morto brutto e cattivo ha derubato il prezioso cuoricino della protagonista Cadence (chétteridi?) mentre stava curiosando fra delle rovine misteriose. Ora è costretta a subire il ritmo del maleficio, almeno sino a quando non l’avrà strappato dalle grinfie di quel simpaticone rattrappito.
Il titolo, come avrete notato dall’immagine, posiziona la telecamera in alto, mentre il movimento è organizzato in una scacchiera, nei cui riquadri sia il giocatore che le sue nemesi zomperanno ad intervallo regolare, rispettando il ritmo della musica di ogni livello. I controlli di gioco sono stati concentrati tutti nelle frecce direzionali, e, che ci crediate o meno, il titolo permette ai giocatori di affrontare i suoi livelli insidiosi persino tramite l’uso del dance pad!
Ho detto livelli? Recensire questo titolo per me è una tale gioia che devo star attento a non dimenticar nulla! Essi sono creati in maniera procedurale, così come lo è la disposizione di tutti quegli elementi che compongono il gameplay di cui andremo presto a discutere. Ma andiamo con ordine! LAGGIOIA LAGGIOIA
BALLA CHE TI PASSA
Crypt of the NecroDancer, tuttora disponibile in versione early access, appartiene a quella grande categoria di titoli cosiddetti roguelite* (vedi nota a fondo pagina), ovvero in possesso della caratteristica imprescindibile del permadeath (niente “continue?”, per intenderci), di mappe strutturate diversamente ad ogni partita e di, soprattutto, tanta cattiveria e propensione alcuna a perdonare gli errori commessi. Pensavi così e invece era cosà? PAGHI.
Dopo un breve tutorial, che ci darà le basi essenziali per sopravvivere sulla pista del negromante, saremo catapultati nella “Zone 1”, prima di quattro** macro, appunto, zone, caratterizzate da ambientazioni uniche e differenti l’una dall’altra, reparto mostri e aberrazioni compreso. Ogni zona è composta da 3 livelli e uno stage finale in cui dovremo affrontare un boss temibile prima si sbloccare la zona successiva. MA… essendo alla prima esperienza probabilmente soccomberete molto prima di raggiungerlo. Ci ritroveremo quindi nel luogo da cui partiremo ogni volta che avvieremo il gioco d’ora in avanti, nonché a seguito di una run di successo o un game over: la Lobby. Essa non è semplicemente una zona sicura da cui lanciarci verso il pericolo, ma ha molto altro da offrire.
Nel corso delle nostre esplorazioni raccoglieremo infatti dei diamanti rari e preziosi, che rappresentano la valuta da utilizzare proprio all’interno di questa area di gioco al fine di: sbloccare oggetti in modo da avere una possibilità di trovarli in seguito nei forzieri; allenarci contro specifici boss o nemici comuni (gratis, nel caso di questi ultimi), memorizzandone i pattern ed essere più pronti ad affrontarli in seguito; ottenere bonus permanenti, quali l’aumento della vita massima o del bonus moltiplicatore del loot di oro, risorsa impiegata all’interno dei livelli, come si vedrà.
Tuttavia la maggior parte delle stanze presenti saranno chiuse all’inizio, e per sbloccarle sarà necessario liberare i rispettivi proprietari dalle gabbie in cui sono stati rinchiusi, disseminate per i livelli, attraverso un’apposita chiave. In alternativa, bisognerà trovare semplicemente una chiave da utilizzare nella lobby stessa, segnalata graficamente ad ogni tentativo di aprire le rimanenti ancora chiuse.
La lobby, di fatto, rappresenta inoltre un vero e proprio menu di gioco, in quanto da qui sarà possibile decidere se saltellare per i dungeon in singolo o in cooperativa locale; cambiare personaggio giocabile; decidere quale zone affrontare; scegliere se giocare in modalità Hardcore (i bonus permanenti sopracitati saranno annullati) o al Dance Pad Mode (concepito per venire incontro alla difficoltà dovuta al fatto di giocare col “tappetino”). Inoltre, il titolo propone una sfida giornaliera (“Daily Challenge“), che consiste nell’affrontare un dungeon uguale per tutti i giocatori da affrontare in modalità hardcore, i cui risultati saranno inviati in automatico alla classifica globale di quella sfida. Appare anche la dicitura Level Editor, sbloccabile al completamento della zone 3.
È doveroso segnalare, inoltre, come scegliendo un personaggio diverso da Cadence comporterà anche dei cambiamenti a livello di gameplay, tutti debitamente segnalati al momento della scelta. Utilizzando il bardo, per esempio, Crypt of the NecroDancer abbandonerà l’obbligo di muoversi a tempo, introducendo turni di gioco effettivi e trasformando il titolo da roguelite a roguelike in tutto e per tutto! Sono attualmente visibili 10 slot, di cui 6 pare siano ancora in lavorazione, in quanto al momento non viene specificato come riuscire a sbloccarli.
SÌ, MA QUAND’È CHE CI SCATENIAMO? DAIDAI
Non mettetemi fretta, sono già abbastanza emozionato! Or dunque … i livelli di Crypt of the NecroDancer sono strutturati in corridoi più o meno larghi e sale dalla grandezza variabile. Questi spazi sono creati di volta in volta grazie alla disposizione di blocchi che ostruiscono il passaggio del giocatore, il quale tuttavia è in possesso di una vanga nuova fiammante BrucoCenter, grazie alla quale potrà liberare il passaggio in un batter d’occhio. Problema: non tutto è fatto di materiale friabile. Saranno presenti infatti anche ostacoli più robusti, che necessiteranno di strumenti diversi quali picconi, pale costruite con materiale differente o mezzi più brutali (SSSsssBOOOM), recuperabili curiosando per il dungeon, nei forzieri, dal mercante, o presso altri rivenditori più nascosti e, infine, attivando certi tipi di reliquiari (“shrines“). Non tutti i reliquiari hanno effetti positivi a prescindere, starà a voi imparare e giudicare a seconda della situazione!
Passiamo all’azione! Come già avrete inteso, in Crypt of the NecroDancer la maledizione che ci ha colpiti ci costringe a muoverci al “ritmo del sabba”, ovvero della musica del livello stesso. Esso è costantemente segnalato graficamente in maniera discreta ma efficace, in modo da non risultare invadente e che possa essere facilmente messo in secondo piano dall’occhio del giocatore.
È importante notare come provando a muovere il proprio personaggio troppo fuori tempo, o premendo forsennatamente un qualsiasi tasto direzionale, il nostro avventuriero non effettuerà alcun balzello, perdendo di fatto un “turno” rispetto alle creature del dungeon che vogliono farci passare una volta per tutte la voglia fare gli sbroffi nel loro disco pub preferito. Questa meccanica estremamente interessante contiene anche delle insidie che sono state sapientemente colmate grazie a una scelta di game design divertente ed efficace. Rispettando il “ritmo del sabba”, infatti, manterremo il bonus del moltiplicatore del loot di oro che otterremo sconfiggendo le creature nel corso della partita: più sarete ballerini provetti e più soldi vi infilerete in saccoccia. Tale bonus verrà incrementato ad ogni mostro eliminato (vi è un limite massimo comunque), ma la vera sfida sarà mantenerlo. Ogni piccolo errore (subire danno; provare ad aprire un aprire qualcosa senza l’apposita chiave; tentare di abbattere un ostacolo senza lo strumento adatto; avanzare fuori tempo massimo o non muoversi affatto) farà perdere il bonus sinora accumulato.
Come già accennato, ogni nemico possiede movenze uniche, e quindi sarà necessario memorizzare i loro “passi” abituali per sconfiggerli senza subire danno alcuno. La risoluzione di ogni livello consiste nel trovare le scale che ci permetteranno di scendere nelle profondità di quello successivo. Facile vero? Peccato che accanto alla bramata salvezza (temporanea) troveremo puntualmente un mini boss, che impedirà l’uso del passaggio sino alla sua sconfitta.
A darci una mano contro tali antagonisti sarà in parte ciò che troveremo all’interno dei forzieri (armi, incantesimi, oggetti, cibo) e gli articoli acquistabili dal mercante tramite le piccole fortune accumulate ottenute sconfiggendo i nemici. Riguardo al mercante, vi è un particolare che mi ha fatto sorridere di cuore fin da subito e che ritengo semplicemente geniale. Egli è circondato dalle mura d’oro che lo proteggono dalle insidie del dungeon, e ci capiterà di udire il nostro bottegaio di fiducia cantare all’unisono, di tanto in tanto, il tema principale di ogni level track. In questo modo ci segnalerà la sua vicinanza rispetto a noi in maniera graduale, sino a quanto potrete ascoltare la sua voce maestosa rimbombare contro le pareti color miele del suo rifugio “modesto”.
MA OGNI BUON DUNGEON CHE SI RISPETTI…
… ha le sue trappole. In Crypt of the NecroDancer non ci saranno solo scheletri, litch, draghi, golem, segugi infernali e altro ancora a minacciare la vostra preziosa sfilza di cuoricini della salute, ma anche tranelli che potranno esservi addirittura fatali. L’immagine seguente li illustra tutti in maniera perfetta.
Partiamo da destra verso sinistra, vi va? Cominciamo! Il primissimo blocco visibile ha un simbolo che ricorda il comando per mandare avanti velocemente i nastri, e passandoci sopra, infatti, causeremo la temporanea accelerazione del tema musicale, obbligandoci ad aumentare il ritmo di movimento e “tenerciprontiatornaregradualmentealla” velocità normale. Vi è anche la possibilità di diminuire la velocità di riproduzione del brano, che avrà, naturalmente, il simbolo con le frecce poste verso sinistra.
Passiamo a quel teschio poco invitante. Fate bene a diffidare! I globi oculari infatti nascondono lame affilatissime pronte a scattare e a farvi tanta bua. L’autore di tale marchingegno sanguinario pare fosse contro ogni discriminazione: che ci passi sopra il giocatore o un nemico, sarà SZOCK!!!
Due blocchi più in alto è presente una trappola di per sé innocua, ma anch’essa potenzialmente letale a seconda del contesto in cui la troveremo. Se ci passerete sopra rimbalzerete immantinente nella direzione specificata dalla freccia. E se lì si trova un nemico pronto a farvi la pelle? O la trappola mefitica citata poco fa? State attenti!
E la botola presente sulla sinistra? Quella non è altro che una via alternativa e più veloce per il livello successivo. “Andiamoci di corsa quindi, no?” Dipende. Potrebbe portarvi in una stanza tranquilla, avendo risparmiato tempo e preziosi HP, ma potreste anche finire in una stanza piccola e sigillata con tanto di miniboss e sgherri, e che rimarrà tale finché non avrete sconfitto il capoccia in questione. A vostro rischio e pericolo quindi!
Eppure, Crypt of the NecroDancer offre un ulteriore modo di passare al livello successivo. Contrariamente alla consuetudine dei loop delle tracce musicali, infatti, ogni tema del livello verrà riprodotto una volta sola. Non appena sarà giunto alla conclusione si aprirà una voragine sotto i vostri piedi, che ci catapulterà al livello successivo. In questo modo saremo spronati a perlustrare i dungeon a caccia di forzieri, denaro e mercanti al fine di armarci fino ai denti in previsione degli scontri più duri che di lì a poco dovremo affrontare, oppure di sfruttare la fine della traccia per cavarsi da uno scontro giudicato troppo rischioso. A voi l’ardua sentenza!
Come già anticipato all’inizio, il quarto stage di ogni zone, infine, consiste nell’affrontare un boss, che sarà estratto di volta in volta fra le possibilità e quindi prepararvi per un boss specifico non vi servirà a poco, ma dovrete adattarvi a ciò che il discopub Chittemmurt vi proporrà.
CON! CLU! SIO! NE! (Non posso smettere di ballare!)
Crypt of the NecroDancer si è rivelato una sorpresa estremamente piacevole sin dal primo attimo, e non riesce a smettere di divertire e rapirmi con le sue musiche strabilianti ogni volta che avvio il gioco. Lo stile grafico è estremamente omogeneo e coerente. Nulla è fuori posto, proprio come un brano ben scritto.
La possibilità di giocarlo in cooperativa locale, nonché di accantonare l’obbligo di muoversi a tempo scegliendo Bard come personaggio, insieme a tutte le altre variabili legate agli altri personaggi che saranno implementati nel tempo (si tratta pur sempre di una versione early access), promette una longevità con davvero pochi pari.
Raccogliere una nuova arma significa anche adottare una modalità di attacco diversa (e talvolta anche effetti legati al movimento intrinsechi all’arma stessa), e ciò costringe il giocatore a ripensare le strategie di avvicinamento negli scontri e ad effettuare la scelta migliore.
In conclusione, il titolo dona addirittura la possibilità di abbinare ad ogni livello i brani degli utenti stessi! Avete capito bene, sarà infatti possibile giocare ascoltando la vostra musica preferita! Ciò è reso possibile dall’applicazione “Essentia” messa a disposizione al titolo, che comunque mostra i suoi limiti nel caso vengano selezionati brani con cambi di tempo od eccessivamente intricati. Rimane comunque una feature per nulla scontata e degna di nota!
Insomma, se avete letto sin qua io vi ringrazio di cuore, e vi garantisco che questo titolo merita tantissimo! È una gioia per gli occhi e orecchie. MA ORA BASTA PARLARE, DOBBIAMO LODARE IL RITMO!
P.S.: come vedete dall’immagine centrale, il gioco permette di calibrare al fine di risolvere eventuale latenza audio-video.
Sezione note: * Da non confondere coi roguelike (Dungeon Crawler, The Pit, Dungeons of Dredmor ect) i quali, pur mantenendo le stesse caratteristiche dei roguelite, sono caratterizzati da un gameplay basato rigidamente a turni. Se il giocatore non muove o fa azioni di qualsivoglia tipo, il gioco rimane “in stallo” fino a quando non si sarà presa una decisione. In Crypt of the NecroDancer, invece, se il giocatore decide di stare fermo perde i bonus relativi al loot di oro, e i nemici muoveranno in ogni caso. Il tempo musicale scandisce l’attimo in cui le azioni possono essere effettuate, ma sta al giocatore inserirsi e prendere le decisioni giuste al momento opportuno. Ciò fa di questo capolavoro di Ryan Clark e Danny Baranowsky un roguelite a tutti gli effetti.Ringrazio a questo proposito Marco “Astro” Tassani della redazione di The Shelter, per aver fatto chiarezza riguardo la distinzione fra questi due generi in suo articolo di tutto rispetto.** Sono tuttora disponibili 3 di 4 zone, in quanto l’ultima è tutt’ora in fase di implementazione