“È così che funziona col potere mafioso. Il potere, così come siamo abituati a conoscerlo segue una logica secondo la quale tu sai che faccia ha, conosci i particolari della sua vita privata e intima. I giornali che si dedicano al gossip d’estate te lo fanno vedere in atteggiamenti disinvolti con una soubrette nuda sul lettino di una spiaggia per vip, a Natale accanto all’albero con moglie e figli. Partecipa a dibattiti televisivi, ti consiglia diete e ti racconta come e quante volte lo fa. Tu sai tutto di lui, ma lui, il potente di turno, non sa niente di te. Nella mafia la prospettiva è rovesciata. Lui sa chi sei, anche se sei uno dei tanti, uno del gruppo. La prerogativa del boss è la caricatura di quella divina: conoscere tutto e tutti senza essere conosciuto, e avere potere di vita e di morte senza essere l’esecutore materiale. Le villette dei capiclan sono anonime case tirate su in economia, baracche spesso, che niente hanno a che spartire con la magnificenza del palazzo.”
Giorgio Di Vita, Non con un lamento. Peppino Impastato. Vertigini di Memorie. Navarra 2010