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Cub - piccole prede

Creato il 10 dicembre 2015 da Jeanjacques
Cub - piccole prede
Una cosa che mi sto sorprendendo a fare ultimamente, quasi di nascosto, come se me ne vergognassi, è quella di andare su YouTube ad ascoltarmi le sigle dei cartoni animati che guardavo da piccolo. E mi ritrovo spesso a pensare che quello che mi dicevano da infante, a proposito del voler ritornare piccoli quando una volta si voleva diventar grandi al più presto, è vera. O almeno, fino in parte. Perché - e sto scoprendo che la cosa vale più che altro per l'adolescenza, ma facciamo un minestrone unico - non è tanto che si rivuole diventare bambini, quanto che si vorrebbe esserlo di nuovo ma col senno di ora, in modo da poter rifare certe cose e rifarle meglio. Tipo non fare corsi di chitarra e, già a sedici anni, tagliarmi i capelli e andare in palestra. Frasi fatte, frasi vane, perché credo che tutti guardino al proprio passato con una punta d'amarezza e a un certo punto credo sia una cosa inevitabile giacché tendiamo a preferire quello che avremmo potuto avere anziché quello che ci è stato offerto, che ci siamo conquistati coi nostri limiti dettati dall'età e dall'inesperienza. Sull'infanzia, però, posso dire di non averla trascorsa (per motivi che non starò a elencare) più spensieratamente di molti miei coetanei e forse è proprio per questo che ho voluto vedere un film simile, un horror incentrato sulla figura dei bambini e sul loro lato oscuro. Ma anche un film che, parlando di questo, va a parare su argomenti più ampi e che ci riguardano strettamente da vicino.

Sam è un ragazzino introverso e dal passato problematico che sia avvia per una gita nei boschi col suo gruppo di scout. Nessuno però sa che in quei boschi si aggira un misterioso e trucido killer insieme al suo singolare aiutante...

Questo Welp nasce con una raccolta fondi su Indiegogo e Kickstarter, un po' come era successo al britannico Lord of tears anche se con esiti decisamente differenti. Qui abbiamo un budget che sembra decisamente più cospicuo, oltre che una confezione tecnica innegabilmente superiore supportata da una fotografia e da delle musiche davvero azzeccate, ma anche da una sceneggiatura decisamente più fluida che non è costretta a incanalarsi su certi eventi, esasperandoli (citando la pellicola precedentemente nominata, credo che tutti siano andati a pensare alla scena del ballo) o facendo perdere loro intensità. Anzi, possiamo dire che questo film ha una trama fin troppo lineare e che non offre nulla di nuovo: tizi vanno in un posto, nel posto c'è il killer e avviene il massacro. Il film, riassumendo, sta tutto qua. Quello che lo rende decisamente meritevole è il contesto in cui tutto questo è stato messo, l'uso che si è fatto dei vari cliché e dell'atmosfera generale. Punto a favore e al contempo nota dolente della pellicola è proprio l'uso dei bambini, perché di horror che puntano su questi piccoli mostri ne abbiamo fatti a bizzeffe, però erigere i bambini come baluardo di una società ormai persa era una cosa che non mi è mai capitato di vedere spesso e, senza bestemmie di sorta, per certe cose mi è sembrato un po' il fratellino zoppo de Il signore delle mosche, uno dei miei libri preferiti di sempre. Tutto è a misura di bambino e, di conseguenza, ogni cosa è strettamente legata a quella piccola porzione di mondo che a loro è possibile raggiungere. Il mondo degli scout quindi rappresenta in parte la nostra società, le regole da seguire, le convenzioni a cui stare e i dogmi da seguire - e dei capi che prenderesti a scarpate nei denti per la loro idiozia. Intorno al bosco in cui vanno hanno però modo di incrociare delle fabbriche abbandonate a causa della crisi, quindi quello in cui stanno non è un mondo così sicuro e l'insanità che sta nel gruppo sembra solo il propagarsi di un'altra malattia. Tutto viene lasciato intuire, non ci sono spiegoni di sorta e nemmeno menate filosofiche che possono far storcere il naso a certuni, il che da una parte è il pregio più grande del film ma anche il suo limite più abnorme. Perché forse si può intuire da cosa sia scatenata la psicosi del killer dopo questa piccola analisi suggerita, ma dall'altra forse se ne vorrebbe sapere di più, soprattutto circa la particolarità del suo aiutante. Così come si vorrebbe sapere di più sul piccolo Sam e il suo passato - e smettere di domandarsi come mai un bambino psicotico sia mandato da solo nel bosco senza guide adeguate agli operatori è difficile, ma vabbeh. Cub lavora quindi di sottrazione, lasciando intuire molte cose e mettendo sullo schermo un quantitativo di violenza molto sadica - seriamente, chi è sensibile alle scene di violenza sui bambini è avvisato - ma al contempo molto stilosa, mai troppo volgare o fuori luogo. E' l'atmosfera a farla da padrona, la fotografia ben calibrata e le musiche che sono un chiaro omaggio a un certo nostro cinema, come fa intuire la suoneria di Suspiria di uno dei comprimari. Finisce per scazzare molto sul finale però, che diventa la sintesi di tutto il film: da una parte grottesco e malato come piace a noi, ma una piccola parte del nostro inconscio magari avrebbe voluto una spiegazione più logica che non lo faccia apparire così apparentemente nonsense. Ma dalla sua ha la forza e il coraggio di smentire un archetipo sostenuto da tutti, che i bambini siano totalmente privi di intenti malvagi; è il mondo che è crudele e i bambini non sono altro che i suoi frutti. Non potendo fare altro, resta loro solo l'occasione di adeguarsi a quello che è il male comune. Un po' come facciamo noi adulti ogni giorno accettando le piccole ipocrisie quotidiane.

Gradevole sorpresa, ripescata anche con un discreto ritardo a causa della mia pigrizia cronica e oramai leggendaria. Ma se già da piccolo odiavo gli scout, ora li odio ancora di più!Voto: 

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