Una ventata di libero mercato ha colpito Cuba ieri, quando il Consiglio dei Ministri ha approvato nuove regole che eliminano i meccanismi burocratici di approvazione governativa per l’acquisto di un nuovo veicolo.
E così i cubani, per la prima volta dal 1959, potranno comprare e vendere veicoli l’uno dall’altro, nuovi, usati, senza richiedere il permesso al governo. Questa è l’ultima tappa di un percorso che era già iniziato nel 2011, quando fu di fatto legalizzato il mercato dell’usato a Cuba, e dimostra come anche l’autoritarismo sia costretto a cedere il passo a quel libero mercato ormai proprio di tutto il mondo.
Lo Stato manterrà tuttavia un monopolio nella vendita di auto nuove, che sono vendute a prezzi molto elevati per via del loro status di “bene di lusso” e, ovviamente, per la mancanza di concorrenza.
I cubani, malgrado molti anni di restrizioni al loro libero commercio, si sono dimostrati capaci imprenditori, tanto che nel 2011, quando fu possibile istituire un mercato di auto usate, il 30% delle auto vendute dal governo fu rapidamente ri-venduto, a un prezzo più alto. Insomma, un 30% di compratori di auto erano in realtà imprenditori, prontissimi nel giro di poco a rivendere il veicolo e a farsi un margine di profitto.
Il provvedimento è stato ben ricevuto da parte della popolazione, che lamentava anche un alto tasso di corruzione nei procedimenti per ottenere l’autorizzazione governativa all’acquisto del veicolo. Le tempistiche, poi, sono piuttosto lunghe: si parla di almeno un paio di mesi per ottenere l’autorizzazione, senza considerare poi la trafila dell’acquisto vera e propria.
Prima del 2011 soltanto automobili già presenti a Cuba prima del 1959 potevano essere vendute e comprate liberamente da privati: ed è questo il motivo per cui si notano per le strade così tanti iconici veicoli del passato, uniti ad auto di marca sovietica, per evidenti ragioni diplomatiche.