Quattro anni fa la scoperta di una Habana di notte, sensuale e fiera, nell’elegante bianco e nero di Ernesto Bazan. Ora il fotografo siciliano torna sui suoi passi, rileggendo la capitale cubana a colori, con lo splendore accecante del sole vivo in ogni stagione, con i toni caldi e friabili di un gioiello di architettura coloniale e liberty che, come un castello di sabbia, sembra svanire davanti al nostro sguardo.
L’Habana di notte sa come coprire le sue ferite. E le stradine madide e strette della città vecchia brillano nelle luci fioche di rari lampioni. Le facciate scrostate sembrano trovare una nuova, morbida, pelle. Mentre persino il Malecòn può sembrare un romantico lungomare, risonante di musica, lungo cui passeggiare senza che lo sferragliare di vecchie auto americane copra ogni altro suono, compreso il rumore del mare.
È questa Cuba incantata eppure vera, magica e insieme autentica, che Ernesto Bazan sa cogliere con il proprio lavoro di fotografo e ricercatore sul campo. Anche in questo suo nuovo libro Al Campo (Bazan Photo Publishing) realizzato tornando di recente sull’isola caraibica, dopo averci soggiornato lungamente tra il 1992 e il 2006.
Nel libro composto di 88 scatti e nella mostra che li presenta nello
spazio malinese di Byline Photo ritroviamo
spicchi fragranti di vita quotidiana nelle campagne cubane, in piccoli
villaggi in cui la luce radente fa sembrare quadri iper-realisti
fotogrammi di
realtà domestica, con la classica sedia a dondolo per la siesta in veranda fra piante lussureggianti.
Ernesto Bazan qui ce li resistituisce come stati del cuore, come riflessi di un mondo interiore che a Cuba, nonostante non sembri mai accadere niente, non è mai fermo e quieto.
«Per anni avevo desiderato Cuba come si desidera una donna che incontri una volta e che non riesci più a toglierti dalla testa», annota Bazan. Rivederla è stata nuova passione.
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