Questa storia della minaccia di trasferire il set della fiction
Il commissario Montalbano dalla
Sicilia alla
Puglia è ridicola, fa ridere se non fossero anche pericolose e squallide certe posizioni. I miei amici liberisti direbbero "è il mercato, bellezza": ma loro per primi sorriderebbero di questa caccia al finanziamento pubblico. Il produttore Carlo Degli Esposti (Palomar) dice che la Regione Sicilia non gli dà conto – in tutti i sensi... – e che ogni dialogo si è fermato ai tempi di
Fabio Granata assessore. Bene, è stato assessore fino al 2006, eppure Degli Esposti si lamenta solo adesso. E poi la Puglia non ha chiesto nulla, quindi l'effetto bluff+provocazione sembra garantito. Dunque nessun derby tra governatori comunisti gay cattolici.
Certo, è altrettanto squallido che ora Crocetta annunci una specie di "legge Montalbano" ad hoc. Per non dire della polemica con la Rai. O l'autotassazione dei ragusani. Siamo alla farsa, altro che fiction. Appare più serio il Topalbano della Disney, che peraltro nella sua seconda avventura è finito addirittura a Las Vegas...
Ma al di là delle schermaglie, il produttore è offensivo quando sostiene che il Val di Noto è diventato patrimonio Unesco grazie alla fiction! Insomma, io ammetto che i flussi turistici degli ultimi anni abbiano registrato un boom grazie a quella sovraesposizione mediatica. Ma l'Unesco ci ha iscritti nella lista nel 2002, con una candidatura presentata tra il 1998 e il 1999, quando Zingaretti a malapena studiava
camilleriano. Quindi manca di rispetto a chi, per una volta almeno, ha messo da parte i campanilismi o se non altro ha saputo ricomporli per un fine comune. Poi Degli Esposti vada a dirlo a gente come il mio ex professore Paolo Nifosì, storico dell'arte e critico, che è tutto merito di un personaggio di fantasia...
Michele Riondino,
"il giovane Montalbano",
è pugliese
E a proposito di questo, storco il naso per l'ultima volta. Il
Corriere della Sera ha scelto di far commentare questa vicenda allo scrittore e giornalista Matteo Collura, agrigentino, conterraneo di Camilleri. Al netto di stereotipi totalmente decontestualizzati sul barocco siciliano e su quello pugliese, Collura riconosce che Montalbano sarebbe straniero a nuotare nell'Adriatico (ma il
Salento è perlopiù jonico...). Ma è lo stesso Collura che nel 2004 (
In Sicilia, Longanesi), dedicando qualche sparsa
riga agli Iblei, li descriveva come luogo «in cui fasulli quanto improbabili commissari di polizia trovano momentaneo rifugio tra un caso e un altro»? È un mistero che neanche il buon vecchio Salvo saprebbe risolvere.