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Cucinare è un atto militante

Creato il 26 gennaio 2013 da Stampalternativa

img_dg_newphp.jpeg La parmigiana di mia nonna è militante, perchè cucinata solo in agosto
Lo sono le fritture, contro chi dice che bisogna soffrire nella vita terrena mangiando leggero.
Mettersi ai fornelli ogni giorno, lasciando pantofole e televisioni, per occuparsi delle persone care, è gesto di coerenza.
Educare i pupi sin da piccoli ad apprendere il piacere di mangiar bene è atto di responsabilità civile.
Scegliere i pomodori “de qquai”, di qui, e non quelli traslucidi, giganti, significa mangiare qualcosa che abbia un sapore e, all’occorenza, difendere ambiente e contadini.  
Il risotto alla milanese, con lo zafferano che non viene certo dalla valle del Pò, è l’emblema assoluto del meticciato in barba alla Lega.
Lo strutto ci benedice, noi paladini dell’unto delle signore nel soffritto.
Far festa, offrendo polpettine, il più possibile, ascoltando buona musica, vuol dire costruire e proteggere una comunità come si fa da millenni.
Per tutto questo la forchetta va sempre a sinistra.
La cucina è un atto militante.
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