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Da qualche parte oltre l'arcobaleno»
Gli ingredienti del suo successo all'epoca sono pochi e semplici: una bambina, un leone non molto coraggioso, un omino di latta, uno spaventapasseri, colori sgargianti e una morale da comprendere. Il segreto del suo successo? la ricerca del mago di Oz che diventa ricerca di se stessi, del coraggio, di un cuore o di una casa, in un mondo sconosciuto e magico che diventa metafora del viaggio che si percorre per crescere. Nel 1939 la casa cinematografica Metro Goldwyn Mayer investì molti soldi per la realizzazione di questo film che univa a grandi scenografie, stelle di Brodway e Hollywood come Judy Garland cantante e attrice in ascesa, che venne preferita alla star indiscussa dell'epoca, ma più giovane di Judy, Shirley Temple.Il progetto per l'epoca era veramente immenso e impegnativo, infatti ci volle più di un anno prima di vederlo completato considerando anche le modifiche apportate a causa dell'avvento del technicolor. Proprio per questo il regista decise di dividere (per quanto riguarda il colore) in parti in film: quella iniziale e quella finale sarebbero rimaste in bianco e nero mentre la parte centrale avrebbe sfruttato colori vivaci e sgargianti, così le scarpette di Dorothy che dovevano essere argentate vennero colorate di un rosso acceso proprio come avviene alla strega alla quale venne colorata la pelle di verde.Artisti come Warhol si sono interessati al fenomeno Oz tanto che si cimentò nella rappresentazione dei protagonisti (il dipinto più famoso è quello della strega) che nel tempo sono stati citati anche in pubblicità come quella di M&M's, serie tv come in Scrubs e cartoni animati come in Futurama. Iconica lo è diventata anche Somewhere over the rainbow, il progetto iniziale prevedeva che la famosa scena nella stalla dove Judy canta questa canzone venisse tagliata, in seguito però il regista decise di tenerla. Scelta azzeccata, divenne subito un grande successo e ancora oggi grandi artisti della musica si cimentano in cover del brano.Quello che forse non tutti sanno è che questa pellicola e la canzone hanno influito non solo sulla storia del cinema e della musica: nei primi anni sessanta diventa simbolo del primo movimento gay americano e la rainbow flag (bandiera della pace) prende il nome da questo successo musicale.I continui riadattamenti cinematografici (ultimo Il grande e potente Oz) non fanno altro che confermare l'importanza che ha questa pellicola, nonostante gli anni che passano. Un classico evergreen.
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