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Cultura digitale, le migliori pratiche e gli errori da evitare

Creato il 08 aprile 2014 da Alessandro Nuvoloni @GestProcessi

Il sito Agendadigitale.eu è certamente una fontemolto viva ed aggiornata sul tema, quanto mai attuale, della digitalizzazione e della cosiddetta Agenda Digitale, ossia quell’insieme di normative e indicazioni concepite dalle Istituzioni per portare il Paese, entro un orizzonte di medio-lungo termine, verso le nuove tecnologie e l’innovazione.

Un articolo mi ha colpito in particolare: si parla del cosiddetto analfabetismo di ritorno ossia un fenomeno sociale che coinvolge alcune categorie di persone, particolarmente a disagio con le nuove tecnologie di informazione e comunicazione e con i nuovi “must” della comunicazione (sms, chat, email, interazioni social eccetera).

Il punto di vista proposto dall’articolo è a mio avviso assolutamente condivisibile: E’ sbagliato limitare, come spesso accade, il dibattito sull’agenda digitale alla modernizzazione della pubblica amministrazione, o alle politiche pubbliche sul tema degli investimenti in banda larga o in infrastrutture di data center, sottovalutando l’aspetto culturale e delle competenze digitali, che invece è cruciale, in un paese dove, ancora oggi, una persona su tre non ha mai acceduto a Internet e dove aziende troppo piccole e spesso ancora familiari rimangono ancorate a modelli produttivi e organizzativi obsoleti.

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L’articolo riporta anche sconcertanti dati rilevati dalla Commissione Europea, secondo i quali più del 33% dei lavoratori italiani ritiene di non avere sufficienti competenze ICT per poter cambiare lavoro e il 25% delle aziende italiane che ha cercato di reclutare lavoratori con competenze digitali afferma di aver avuto molte difficoltà nel reperire profili adatti.

Credo siamo tutti d’accordo, infine, sul fatto che L’agenda digitale italiana non possa e non debba rimanere focalizzata sull’ammodernamento dei processi di business ed organizzativi della pubblica amministrazione, ma debba anzi occuparsi dei “cittadini” e di economia, lavorando sul digitale per quello che ci auguriamo esso sia:

un’occasione straordinaria di sviluppo economico e di nuova (e buona) occupazione.”

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