(Un articolo di Gabriele Lavagno) - Gabriele Lavagno ci ha inviato una riflessione molto interessante che affronta il “tema dell’umanità nella poetica di Sereni e di come il lato umano del poeta nasca in qualche modo dal rapporto con il nostro lago”. Negli scorsi giorni il Comune di Luino ha organizzato un incontro che ha presentato il progetto per riportare Palazzo Verbania ai fasti del secolo scorso. Al secondo piano, infatti, verranno ospitati gli archivi di Vittorio Sereni e Piero Chiara, che attualmente si trovano alla Biblioteca Comunale di “Villa Hussy” a Luino. (Per consultare l’articolo sul progetto di Palazzo Verbania cliccare qui).
(ilgiornale.it)
“Vittorio Sereni: un lago di umanità nel trambusto della metropoli”, di Gabriele Lavagno.
“Luino, la sponda ridente del lago Maggiore, alleva la sua prole in un ambiente incredibilmente suggestivo, pur sapendo che il prodotto della propria terra presto o tardi sarà costretto a partire. Questo succede in quanto Luino, città splendente della costa fiorita, brilla in realtà di una luce debole, oscurata dal lusso e dallo sfarzo della sponda piemontese, tanto che i sogni di chi è nato tra le barche e gli ormeggi, sono destinati a perdersi tra la nebbia che calando pesantemente copre persino le montagne.
E’ in questa ampia e ingiusta valle che Vittorio Sereni, poeta italiano del Novecento, sviluppa quel sentimento contrastante di chi ama la pace e la tranquillità di paese ma è consapevole in cuor suo di dover barattare tutto ciò con il ritmo frenetico della metropoli, grigia terra di occasioni. Brescia e Milano sono i grandi centri urbani in cui il bagaglio culturale del poeta inizia ad essere riempito con tutti quegli elementi indispensabili ad affrontare un lungo viaggio, dopo aver salutato il lago sul cui specchio rimangono riflessi i sogni e le speranze di chi si sta congedando, per ingaggiare altrove la sua sfida con la vita.
Quando si parla di Sereni nel panorama letterario italiano, si fa riferimento soprattutto alla sua grande umanità, un tratto caratteristico che scavalca la produzione letteraria e va a toccare i tratti somatici di ogni individuo, che in quanto tale è unico e irripetibile. E’ quello che il poeta stesso definisce “sguardo di rimando”, valore imprescindibile nel rapporto con il prossimo, perché ognuno ha qualcosa da dire, tutti hanno il diritto di farlo e le parole sono il mezzo che fa da tramite, in un processo tanto semplice quanto complicato da essere assimilato a tutti gli effetti.
Quando si legge un pensiero poetico di Sereni, l’essenza dell’opera stessa richiama sempre questo aspetto, e la poesia diventa il luogo più sicuro dove condividere e sostenersi a vicenda. Il lago ha tolto a Sereni i sogni e le speranze, dandogli in cambio la virtù di aprirsi alle persone, e questo è il dono più grande che il lago stesso gli ha riconosciuto per non averlo mai abbandonato, nonostante il flusso della vita e delle sue esperienze lo abbiamo spinto obbligatoriamente altrove”.