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Cuore di Panna

Da Marlenetrn
Cuore di Panna
Cuore di panna è un libro che mi fecero leggere, credo alle elementari o forse alle medie, non ricordo benissimo. Come non ricordo affatto di cosa parlasse, indelebile mi è rimasto però il titolo. Cuore di panna. Ricordo che mi inspirava delle sensazioni tristi come titolo. Che la panna è si dolce, bianca, soffice, ma anche estremamente delicata, che impazzisce se non la sai montare bene, che la fai fuori con due cucchiaiate, che tutto quello che ci fai con la panna lo puoi rovinare in un soffio. Cuore di panna, un cuore che fai fuori con un soffio, con un movimento brusco.Tra una settimana il pupo compie 4 mesi. Tra una settimana torno a lavoro. Tra una settimana avrei ripreso con un part-time, 3 ore al giorno, e mi sentivo la mamma più fortunata del mondo, un po' ansiosa ma fortunata. Ieri mi hanno detto che invece rientrerò a 5 ore e hanno preso a tremarmi le ginocchia. Che mentre mi spiegavano orari e modalità io riuscivo solo a pensare che 5 ore equivalgono a 2/3 poppate del pupo, che qui non ci sono asili nido che chi poteva tenermelo lo faceva volentieri per 3 ore ma non per 5. Pensavo al fatto che il pupo non prende il bibo e nemmeno il ciuccio e che soffre di mammite e che mi restano 7 giorni 7 per abituarlo a stare meno con me, per abituarmi a stare meno con lui.
Cuore di panna.
Mi viene il cuore di panna quando gli do il bibo con il latte formulato e lo sputacchia ovunque e piange disperato e rifiuta la tettarella di silicone ma anche quella di caucciù, mi guarda con lo sguardo della disperazione e allora non ce la faccio e lo attacco al seno. Finalmente si consola e mangia e si addormenta e mi tiene stretta nel pugno, per assicurarsi che non vada via.
Mi viene il cuore di panna quando gli do il bibo con il mio latte o con la camomilla, con la tettarella grande o con quella piccola e la scena però non cambia, ma il finale resta sempre lo stesso. lui disperato io avvilita. Io disperata, lui offeso. E mi sembra di violentarlo, di farlo soffrire gratuitamente.
Mi viene il cuore di panna a pensare che forse conviene svezzarlo e sostituire almeno una delle due poppate con la frutta. Ma non voglio fare le cose di fretta, non voglio rovinare tutto.
E pensare che quando sono andata in maternità, credevo che rientrare quando il pupo avesse avuto 4 mesi era giusto, che si poteva fare che era grande ed invece si sembra il pupo più piccolo del mondo.
E penso a come mi dovrò organizzare, penso al fatto che non ricordo nemmeno la pass di accesso al mio pc in ufficio. Penso che mi sento le gambe deboli e il cuore di panna. E che 7 giorni passano in fretta e non  mi sembrano sufficienti per prepararmi al rientro, che sono pochi per far crescere il pupo, che forse andrà tutto bene ma che mi sento come se dovessi andare in guerra, tra 7 giorni. Che questo lunedì è duro da affrontare, ma non lo sarà più del prossimo. 
Ma penso anche che, in un modo e nell'altro tutti i lunedì passano.

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